Estradato dagli Stati Uniti il killer di Cosa Nostra “Freddy” Gallina

Redazione

Palermo - Dopo una battaglia durata 5 anni

Estradato dagli Stati Uniti il killer di Cosa Nostra “Freddy” Gallina
É ritenuto responsabile di tre omicidi aggravati dalla finalità mafiosa, appartenente a Cosa nostra

04 Marzo 2021 - 10:20

Dopo una battaglia per la sua estradizione durata quasi 5 anni, rientra in Italia Ferdinando ‘Freddy‘ Gallina, 44 anni, colpito da tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e ritenuto responsabile di tre omicidi aggravati dalla finalità mafiosa, appartenente a Cosa nostra. Previsto oggi da New York l’arrivo a Fiumicino, scortato dagli uomini del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip), di Gallina, ritenuto uomo d’onore della famiglia di Carini e killer della mafia, braccio destro per la Sicilia occidentale, e in particolare per la provincia di Palermo, del boss Salvatore Lo Piccolo.

Gallina è stato arrestato per la prima volta nel 2008 nell’ambito dell’indagine “Addio Pizzo” dei carabinieri di Palermo. Dopo un periodo di detenzione, alla fine del 2014, era stato scarcerato e sottoposto a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Carini, da cui si era allontanato nel gennaio del 2016 rendendosi irreperibile. Le tracce di Gallina, seguite dagli investigatori dell’Arma, hanno portato negli Stati Uniti dove, in effetti, venne arrestato nel novembre 2020 da personale dell’Fbi e dell’Immigration Custom Enforcement di New York, a cui era stato segnalato per l’irregolare presenza sul territorio statunitense, dove aveva fatto ingresso con documenti falsi dal Canada.

Nel frattempo, in Italia, il Gip di Palermo ha emesso nei confronti del latitante, all’esito di convergenti dichiarazioni di coimputati negli stessi procedimenti, altre tre diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere perchè ritenuto responsabile di tre omicidi aggravati dalla finalità di agevolare Cosa nostra, commessi tra il 1999 e il 2000 Nel 2017, il ministero della Giustizia italiano, informato dallo Scip del rintraccio di Gallina a New York, ne aveva richiesto l’estradizione in relazione alla prima ordinanza di custodia cautelare per cui era si era reso irreperibile e, successivamente, ha integrato la richiesta di arresto provvisorio a fini estradizionali anche per i due provvedimenti restrittivi emessi nei suoi confronti per gli omicidi di mafia.

Sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, negli Usa Gallina, da personaggio di primo piano della mafia siciliana, si è avvalso di una difesa tecnica di altissimo livello che ha utilizzato ogni strumento giuridico previsto dalla legislazione americana per impedire il temuto rientro in Italia. Nel gennaio del 2020 anche il presidente della Commissione parlamentare antimafia, che si trovava in missione a New York e Washington, ha affrontato il caso Gallina con le massime autorità locali statunitensi tra cui il ministro della giustizia, i direttori di Dea e Fbi, i due Procuratori distrettuali di New York (Manhattan e Brooklyn) e vari responsabili delle Agenzie Onu che si occupano di cooperazione internazionale in materia penale. Con l’osservanza di tutti i protocolli sanitari previsti, personale dello Scip è volato la scorsa settimana a New York per l’estradizione di Gallina, chiudendo il cerchio di un lavoro ininterrotto di cinque anni, anche attraverso l’esperto per la sicurezza italiana a New York che sul campo, affiancando l’Fbi, ha seguito da vicino tutti gli sviluppi giudiziari e investigativi.

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