Mascherine e politica, Capizzi: “Mi auguro che si sia trattato di un equivoco”

Redazione

Cronaca - Monreale

Mascherine e politica, Capizzi: “Mi auguro che si sia trattato di un equivoco”
Interviene così Piero Capizzi, ex sindaco e oggi consigliere comunale, sul nostro articolo pubblicato ieri sulla questione "mascherine e campagna elettorale"

06 Maggio 2020 - 10:35

“Mi auguro che si sia trattato di un equivoco. Non voglio pensare ad altro”. Interviene così Piero Capizzi, ex sindaco di Monreale e oggi consigliere comunale, sul nostro articolo pubblicato ieri sulla questione “mascherine e campagna elettorale”. “Difendo a spada tratta questa classe politica – dice Capizzi – Non credo che sia successa una cosa simile, perché la classe politica deve sempre dare il buon esempio. Io ho sempre creduto in una politica al servizio della comunità, unita a far fronte alle difficoltà. Non credo che si possa approfittare di questa situazione per fare campagna elettorale. Non lo voglio nemmeno pensare”.

Poi Capizzi aggiunge: “Sto parlando da consigliere comunale, un ruolo che mi onoro di svolgere – dice l’ex sindaco – Mi viene impossibile pensare che ci siano stati consiglieri o assessori che abbiano fatto questo stupido giochetto. Il consigliere comunale, soprattutto, rappresenta la comunità, ha un ruolo importante nella gestione della cosa pubblica. Non ci possono essere cittadini favoriti perché conoscono questo o quel politico e chi, invece, non ha conoscenze, venire trattato come un cittadino di serie B. Non credo che la politica possa essere caduta così in basso. Mi vergognerei io stesso. Anzi, dico di più: se si dovesse scoprire che sono accaduti episodi simili, sarebbe necessario fare un passo indietro”.

Poi un appunto: “Forse era il caso di prevedere un sistema diverso di distribuzione delle mascherine – dice Capizzi – Magari privilegiando le famiglie bisognose. Si poteva pensare ad una distribuzione con i buoni spesa. Favorire le famiglie che hanno davvero bisogno e che, in questo momento, hanno difficoltà ad acquistare pure una semplice mascherina. Sono certo che i monrealesi, che sono generosi, avrebbero rinunciato volentieri ad una loro mascherina sapendo che sarebbe stata data a chi ne aveva bisogno”.

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