Sognando di fare pipì nei bagni di piazza Guglielmo…

Redazione

Cronaca - Monreale

Sognando di fare pipì nei bagni di piazza Guglielmo…
Da quanti anni sono chiusi i bagni di piazza Guglielmo a Monreale? Le leggende si inseguono.

08 Aprile 2019 - 14:18

Da quanti anni sono chiusi i bagni di piazza Guglielmo a Monreale? Le leggende si inseguono. C’è addirittura, chi sostiene che l’ultimo ad averli usati sia stato nientemeno che Giuseppe Garibaldi, passato per caso da Monreale e con un urgente bisogno di svuotare la sua vescica. Altri, narrano di questi luoghi magici sotterranei, arredati di tutto punto e super-puliti. Ma sono moltissimi i monrealesi che non li hanno mai visti. Né utilizzati. Eppure adesso l’amministrazione comunale si ricorda non solo di avere un problema con la mancanza di servizi igienici adeguati da offrire ai turisti che arrivano a Monreale (che sfruttano quelli dei bar in piazza), ma anche di avere questi luoghi nascosti alla luce del sole, sotterranei.

L’obiettivo è quello di riattivare i bagni in piazza. Ma attenzione, non esultate con tanta fretta. Perché stiamo parlando di un primo passaggio, l’alba di quello che poi dovrebbe portare davvero alla riapertura (se mai accadrà) dei bagni in piazza. Intanto le prime difficoltà. Per riaprire i bagni servono soldi. E tanti. Il Comune non può permettersi questo intervento. E allora ecco che si pensa ad un “operatore terzo”.

Insomma per dirla alla maniera semplice, di un privato che investa e poi i bagni se li gestisca a suo piacimento. Magari (anzi sicuramente) facendo pagare un ticket. Niente di scandaloso, avviene in tutte le città turistiche d’Italia. A Firenze, per esempio, fare la pipì in un bagno pubblico costa un euro a persona. In cambio, però, hai bagni super puliti. Che non è cosa da sottovalutare. Il sindaco Piero Capizzi così ha demandato ai dirigenti dell’area 6 e dell’area 4 “di assumere tutti i provvedimenti utili alla rifunzionalizzazione dei bagni pubblici ubicati in piazza Guglielmo II, procedendo alla elaborazione di una previsione progettuale di massima da sottoporre a terzi attraverso procedure di evidenza pubblica”. Che a noi sembra, in realtà, un modo per dire “Fate la pipì in altri posti”.

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