Mafia, demolito il clan di Partinico: la talpa e la pentita “non pentita” boss

Redazione

Regione - Il blitz nella notte

Mafia, demolito il clan di Partinico: la talpa e la pentita “non pentita” boss
Il comandante del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Monreale, parla dell'operazione che ha condotto all'arresto di 81 persone

05 Luglio 2021 - 15:26

Fiumi di droga, affari con la ‘ndrangheta, la camorra, i Casamonica; i rapporti con la politica e l’incombente guerra di mafia. L’agente penitenziario, talpa e postino del clan, che garantiva comunicazioni e informazioni riservate fuori e dentro il carcere, e una pentita-boss che in realtà non si sarebbe mai dissociata da Cosa nostra e che trafficava stupefacenti. Emerge tutto questo dall’operazione di carabinieri e Dia che ha smantellato il mandamento mafioso di Partinico. Il comandante del nucleo investigativo dell’Arma di Monreale Marco Pisano: “Sul territorio almeno 5 distinte associazioni criminali in lotta per il traffico di droga”.

Sono 85 le misure cautelari eseguite nella provincia palermitana e in diverse regioni: 63 in carcere, 18 agli arresti domiciliari e 4 obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria. Contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, reati in materia di armi, droga, estorsione e corruzione.

Ancora cruciale la presenza della famiglia Vitale, i “Fardazza”: la ricostruzione degli assetti criminali ha messo in luce il ruolo di Giuseppa ‘Giusy’ Vitale, (in passato reggente del mandamento e poi collaboratrice di giustizia, attualmente non sottoposta al programma di protezione), tra gli arrestati perchè inserita in un vasto giro di droga, così come la sorella Antonina e il figlio di quest’ultima Michele Casarrubia. Significativo il ruolo di un altro cugino di Giusy, Michele Vitale, e di Nicola Lombardo, genero dello storico capo-mandamento di Partinico Leonardo Vitale, chiamato a dirimere controversie di ogni tipo, a dimostrazione di un potere riconosciuto. Tra gli indagati c’è anche un agente della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere Pagliarelli di Palermo. É accusato di corruzione aggravata. Avrebbe favorito le comunicazioni all’esterno di Francesco Nania, tratto in arresto per associazione mafiosa nel febbraio 2018, perchè individuato quale referente della famiglia di Partinico. GUARDA IL VIDEO QUI

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