Ponte sullo Stretto, e all’improvviso se ne torna a parlare

Redazione

Regione - Il dibattito

Ponte sullo Stretto, e all’improvviso se ne torna a parlare
E' una sorta di litania che si ripete di tanto in tanto: il Ponte sullo Stretto. E torna anche stavolta agli onori delle cronache

02 Giugno 2020 - 10:18

E’ una sorta di litania che si ripete di tanto in tanto: il Ponte sullo Stretto. E torna anche stavolta agli onori delle cronache. C’è chi lo ritiene fondamentalem chi invece pensa che prima siano necessarie altre opere. “Periodicamente si torna a parlare del Ponte sullo Stretto, sul quale tutti conoscono la mia posizione: sono da sempre favorevole e non ho mai cambiato opinione – dice il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci – Mi fa sorridere chi dice che prima del Ponte si debba pensare ad altro: è solo l’eterna scusa per non fare mai niente. I siciliani sanno che l’unica volta in cui si è stati a un passo dall’avvio dell’opera è stato per impulso del governo Berlusconi e la nostra coalizione non ha mai cambiato opinione, come ha ricordato Matteo Salvini. Se assieme al ministro Franceschini e al senatore Renzi si registrerà una nuova posizione da parte del governo Conte, sarò felice di mettermi a disposizione, assieme al mio governo. Ma non servono comunicati stampa, ci vogliono norme e atti formali, a partire dalla conversione del decreto legge oggi all’esame del parlamento. Vogliamo fare un passo avanti? Modello Genova e commissario nazionale per il Ponte. Altrimenti saranno solo chiacchiere dall’amaro sapore elettorale. Nel frattempo aspettiamo che da 5 anni si apra il ben più ridotto viadotto Himera, sull’autostrada Palermo-Catania”.

Il viceministro per le Infrastrutture Giancarlo Cancelleri non la pensa così: “Tornare a parlare di ponte sullo Stretto di Messina, con decine di milioni di euro già stanziati per opere infrastrutturali immediatamente cantierabili, ma impantanati nei meandri della burocrazia, rischia di diventare l’ennesima burla per il meridione e per l’Italia intera – dice – Preferisco concentrarmi sulle cose che possono dare immediate risposte al Paese. Non voglio farmi distrarre da discorsi che, se pur affascinanti, soprattutto in questo momento storico, rischiano di sembrare utopistici o, nella peggiore delle ipotesi, delle prese in giro. Il Mezzogiorno ha il primato per le infrastrutture più obsolete. Pensiamo subito a mettere in sicurezza i ponti, le gallerie, le strade esistenti e a realizzare le opere già finanziate ma bloccate dalla farraginosa burocrazia. Stiamo parlando di oltre 100 miliardi di euro da poter spendere immediatamente. Sblocchiamo questi soldi, rimettiamo in moto l’Italia e poi, prometto, inizierò a discutere anch’io del ponte sullo Stretto”.

Segue, invece, la line adi Musumeci, l’assessore alla Funzione Pubblica Bernadette Grasso: “Può sembrare inverosimile ma, proprio oggi, per la Sicilia parlare di Ponte sullo Stretto è una necessità vitale. Ci sono tutte le condizioni. E siamo contenti di leggere che quella stessa sinistra antimoderna che, nel 2007, strappò a tutti noi questa grande opera, adesso lo riscopra. Da Renzi a Franceschini, come se niente fosse tutti parlano del Ponte e si schierano a favore del progetto. Ma noi siciliani non lo scopriamo certo oggi – dice – Il Ponte sarebbe un’opera di assoluta valenza, un’infrastruttura grande e ambiziosa, un gioiello ingegneristico, un simbolo di un’Italia finalmente capace di guardare avanti, a testa alta davanti al mondo intero. Peraltro il progetto definitivo, approvato e all’avanguardia, è già pronto. Ciò al contrario di quanto dicono le fake news dei “No Ponte”, lo stesso fronte che vuole condannare la Sicilia all’arretratezza economica solo perché non esiste un collegamento stabile su uno Stretto di appena 3 chilometri”.

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