“Sono nata Badalamenti”, la storia di un uomo onesto ucciso per colpa del suo cognome

Redazione

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“Sono nata Badalamenti”, la storia di un uomo onesto ucciso per colpa del suo cognome

29 Settembre 2018 - 09:16

Presso la Biblioteca Comunale Abbate a Cinisi, è stato presentato il libro Sono nata Badalamenti” di Maria Badalamenti, figlia di Silvio Badalamenti, nipote di Don Tano Badalamenti capo della cupola mafiosa siciliana. Nel libro l’autrice tratteggia la figura del padre Silvio, ucciso a Marsala il 2 giugno 1983, durante la lotta di mafia che vide protagonisti Riina e Provenzano che, per la conquista del territorio siciliano e palermitano in particolare, ordinarono uccisioni verso i clan legati a Gaetano Badalamenti.

Silvio Badalamenti, che lavorava presso l’esattoria di Marsala, nipote del boss, sempre estraneo ai fatti dello zio e della famiglia, venne colpito a morte al centro di una piazza di Marsala mentre si recava al lavoro. In un primo tempo, si pensò che il motivo dell’omicidio fossero i legami dell’uomo con il boss mafioso. Ci volle la tenace opera di Giovanni Falcone e di molti pentiti che riaffermarono l’estraneità di Silvio Badalamenti al mondo mafioso, che non avendo nulla da temere e che anzi si era sempre discostato dall’incombente ed imbarazzante famiglia, senza timore, ma con indubbio coraggio e sostenuto dai suoi valori morali, era rimasto nella sua cittadina continuando a svolgere il suo onesto lavoro. Silvio Badalamenti lasciò la moglie Gabriella Ruffino e le due figlie, Gloria e Maria allora appena adolescenti, che continuarono a testa alta a difendere la memoria del padre.

Si creò un clima di sospetto, invidie, maldicenze che vige ancora oggi specialmente nel paese di Cinisi. Tant’è che alla presentazione del libro, a fronte di un pubblico numeroso venuto da ogni parte del territorio siciliano e di alcune Associazioni, tra le quali ricordiamo Il Centro Padre Nostro di Pino Puglisi di Palermo con Laura Stallone e l’Associazione Anti Usura e anti Racket “Liberi di Lavorare” con Biagio Cigno di Monreale, solamente una concittadina era presente. Assenti le Associazioni Antimafia, comprese quelle operanti a Cinisi.

Interessanti gli interventi durante la presentazione: Berta Ceglie, regista e direttore artistico; Aldo Ruffino, vicesindaco di Cinisi e l’architetto Gerardo Sineri. Appassionante e vibrante l’intervento dell’autrice. La sede della biblioteca Abbate di Cinisi è l’ex abitazione di Tano Badalamenti, locali sequestrati ed affidati al Comune. Maria Badalamenti durante il suo intevento non ha potuto nascondere le sue emozioni, visto che proprio in quelle stanze, i mafiosi avessero deciso la sorte di suo padre e soprattutto dall’indifferenza e dell’ostilità dei propri concittadini e di tutte quelle Associazioni che si trincerano dietro la parola Antimafia.

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