Altofonte, confisca da 4,5 milioni all’imprenditore Andrea Di Matteo

Redazione

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Altofonte, confisca da 4,5 milioni all’imprenditore Andrea Di Matteo

07 Marzo 2017 - 08:47

A finire nel mirino dei finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria è Andrea Di Matteo. La confisca riguarda una società operante nel settore degli scavi e delle costruzioni con sede ad Altofonte, del valore di circa 4,5 milioni di euro. Il provvedimento è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, a conclusione dell’iter successivo al sequestro operato nei confronti dell’uomo nel 2014.

All’epoca, gli accertamenti svolti dal Gico avevano permesso di dimostrare la pericolosità di Di Matteo, arrestato nel 2010 con l’accusa di aver fatto parte della famiglia mafiosa di “San Giuseppe Jato – Altofonte”, all’interno della quale svolgeva, in particolare, il ruolo di tramite per la trasmissione di messaggi tra i componenti della famiglia il latitante Domenico Raccuglia, al quale Di Matteo stesso aveva anche fornito denaro e ospitalità. In appello l’uomo è stato assolto dall’accusa di associazione mafiosa, ma la stessa sentenza della Corte aveva sottolineato come i colloqui intercettati tra lo stesso ed alcuni imprenditori, nonché le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Michelangelo Camarda, Giuseppe La Rosa, Nicolò Lazio e Domenico LA Barbera, dimostrassero che Di Matteo aveva svolto il ruolo di tramite con il capomafia Domenico Raccuglia e di “collettore” delle estorsioni ad Altofonte.

Alla luce di tali elementi e al termine degli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle palermitane, il Tribunale di Palermo aveva quindi ritenuto sussistente la pericolosità sociale di Di Matteo, disponendo, nel 2014, il sequestro della “NU.S.E CO. S.R.L.” (Nuova Scavi e Costruzioni), a lui interamente riconducibile, anche se intestata ad un suo prestanome.

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