Santa Cristina Gela, forza il portone d'ingresso e ruba telecamere, stufa e playstation della biblioteca comunale

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Santa Cristina Gela, forza il portone d'ingresso e ruba telecamere, stufa e playstation della biblioteca comunale
La denuncia era stata presentata dal sindaco Massimo Diano, l'arrestato aveva anche cercato di vendere la refurtiva

18 Gennaio 2016 - 00:00

Ci è voluto poco, pochissimo, perché i militari della Stazione di Santa Cristina Gela individuassero il colpevole del furto consumatosi nella notte tra martedì e mercoledì nella biblioteca comunale del piccolo centro. Dopo la forzatura del portone d’ingresso erano stati rubati una stufa, un pc portatile, una telecamera ed una Playstation. I militari, intervenuti quella mattina per i rilievi e coordinati direttamente dalla compagnia di Monreale, hanno ricevuto la denuncia del Sindaco Massimo Diano e, immediatamente dopo, si sono messi all’opera per ricostruire l’accaduto. Proficua la collaborazione ed il senso civico di due cittadini, che hanno immediatamente collaborato con le Autorità per ritrovare i beni che appartenevano a tutta la collettività: così i militari hanno hanno scoperto dalle testimonianze dei due testimoni che quella notte, non solo avevano incontrato Lubjian Ruhani, 33enne di origine albanese sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Santa Cristina Gela, ma che addirittura, nottetempo, si erano visti stranamente offrire una telecamere al prezzo l’uno di 50 e l’altro di 200 €. Scattata la perquisizione domiciliare a carico del Ruhani i militari hanno trovato invece la playstation e la stufa, recante peraltro lo stemma del Comune, cui i beni sono stati immediatamente restituiti. Pc e telecamera erano invece spariti. Per Ruhani sono scattate le manette: pur essendo infatti decorsa da tempo la flagranza del furto, i militari si sono avvalsi della peculiare normativa che consente di trarre in arresto, anche fuori flagranza, il sorvegliato speciale che viola le prescrizioni impostegli; il Ruhani, come attestato dalle testimonianze, si era allontanato di notte dalla sua abitazione, non essendone autorizzato, ed aveva violato il generico obbligo di “vivere onestamente e rispettare la legge” impostogli con la misura perchè trovato in possesso della refurtiva. Dopo la convalida dell’arresto di fronte al G.I.P. di Termini Imerese e la richiesta di termini a difesa, il pregiudicato si è visto applicare la misura degli arresti domiciliari.

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