Palermo, successo per Quattru Mura al teatro Finocchiaro

Edoardo Ullo

Eventi

Palermo, successo per Quattru Mura al teatro Finocchiaro
"Un racconto surreale pieno di battute comiche, taglienti e rudi al tempo stesso"

18 Gennaio 2016 - 00:00

Le risate, la riflessione, la rassegnazione, la speranza, la redenzione e tanto altro. Questi i sentimenti e le molteplici emozioni contrastanti di Quattru Mura, firmato da Maurizio Bologna, uno degli attori palermitani in ascesa anche in ambito nazionale, e dai Liolì andato in scena nella cornice Liberty del Teatro Finocchiaro di Palermo venerdì 18 dicembre. Quattru Mura vede protagonisti tre carcerati per vari reati che scontano la loro pena in una cella del carcere Ucciardone. Ne nasce un racconto surreale, intriso di tante battute comiche, taglienti e rudi al tempo stesso ma al tempo stesso profondo grazie ad alcuni flashback toccanti ed in grado di fare riflettere lo spettatore. I protagonisti ricordano i loro trascorsi da uomini liberi. Mimmo (Maurizio Bologna) rappresenta se stesso, Aspano (Gaspare Sanzo) rievoca un incontro ravvicinato con la Morte stessa e ricorda i tempi in cui ci vedeva, e Poco Poco (Salvo Cambria) è il nuovo arrivato ed il più “affamato” e desideroso di libertà persa davvero da poco tempo. Ognuno ha i propri segreti, le proprie paure, le proprie colpe, i propri desideri messi a nudo dall'arrivo surreale del Genio di Palermo (Massimo D'Anna) che come una coscienza tonante parla di quanto male loro abbiano fatto non solo a se stessi ma a Palermo, la loro tanto amata città, mutata profondamente nel corso degli anni della loro permanenza in carcere. Divertenti le gag (che rievocano le influenze di alcuni lavori di Alamia e Sperandeo), ingentilite anche dalle voci fuori campo della mamma di Poco Poco (Rosalba Bologna) e di Stella, sorella di Mimmo (Katiuska Falbo), che offrono e dipingono una figura quasi romantica degli “ospiti” di queste quattro mura (il carcere). Gente rude ma al tempo stesso semplice e finita in carcere vittima di un destino spesso infame e più grande dei protagonisti che come la stragrande maggioranza delle persone che ha sbagliato avrebbe forse diritto ad una nuova possibilità. Toccanti i monologhi dei protagonisti perché narrano argomenti difficili, molto seri e delicati, trattati sapientemente da un testo molto convincente e dalla ottima interpretazione degli attori capaci di offrire vere emozioni in palcoscenico. I minuti di applausi finali sono il giusto tributo ad un lavoro che andrebbe proposto anche alle scolaresche viste le tematiche ed il modo in cui vengono affrontate.

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