Maxi frode sui bonus edilizi, lavori per 26 milioni mai eseguiti: 7 misure cautelari

Redazione

Palermo - L'inchiesta della Guardia di Finanza

Maxi frode sui bonus edilizi, lavori per 26 milioni mai eseguiti: 7 misure cautelari
Le imprese coinvolte emettevano fatture per lavori di ristrutturazione mai eseguiti

06 Giugno 2025 - 09:22

Una vera e propria industria della truffa ai danni dello Stato quella smantellata dalla Guardia di Finanza di Palermo, che ha eseguito un’ordinanza con sette misure cautelari nei confronti di un gruppo criminale specializzato in frodi legate ai bonus edilizi. Il sodalizio aveva messo in piedi un sistema articolato che, attraverso 19 imprese edili con sede a Palermo, ha generato crediti d’imposta fittizi per oltre 26 milioni di euro, sfruttando indebitamente agevolazioni come il bonus facciate, l’ecobonus e gli incentivi per il recupero del patrimonio edilizio.

I provvedimenti

Quattro indagati sono finiti agli arresti domiciliari, mentre per altri tre è scattata l’interdizione dall’attività imprenditoriale e dal ricoprire incarichi direttivi in aziende per 12 mesi. Tra loro figura anche un ingegnere, al quale è stato imposto il divieto di esercitare la professione. Oltre ai provvedimenti personali, il Tribunale di Palermo ha disposto l’interdizione dall’esercizio dell’attività per dieci delle società coinvolte. Le misure sono state emesse dal Gip dopo gli interrogatori preventivi e seguono due precedenti sequestri patrimoniali: uno d’urgenza per oltre 8 milioni di euro e uno più recente, ad aprile, per circa 19 milioni.

Il meccanismo della frode

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, ha permesso di ricostruire nel dettaglio il modus operandi dell’organizzazione. Le imprese coinvolte emettevano fatture per lavori di ristrutturazione mai eseguiti, applicando lo sconto in fattura per generare crediti d’imposta inesistenti. Tali crediti venivano poi ceduti a soggetti finanziari terzi, consentendo al gruppo di incassare ingenti somme in modo immediato. I guadagni illeciti venivano rapidamente “ripuliti” attraverso bonifici su conti personali, prelievi in contanti, acquisti di buoni fruttiferi postali, oro, criptovalute, beni mobili e immobili.

Oltre 80 indagati

Oltre ai sette soggetti sottoposti a misura cautelare, l’inchiesta coinvolge altri 83 indagati, tra cui amministratori delle società “di comodo” e committenti compiacenti. Le accuse, a vario titolo, vanno dall’emissione di fatture false alla truffa aggravata. Le Fiamme Gialle ribadiscono il loro impegno nel contrastare le frodi ai danni dello Stato e nel garantire che le risorse pubbliche destinate alla ripresa economica vengano utilizzate in modo corretto e trasparente.

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