Mafia, nuovo colpo al mandamento di Porta Nuova: 29 le misure cautelari

Redazione

Palermo - L'operazione dei carabinieri

Mafia, nuovo colpo al mandamento di Porta Nuova: 29 le misure cautelari
L’operazione si inserisce nel solco dell’inchiesta “Grande Inverno”, che lo scorso febbraio aveva già portato a 181 arresti

03 Giugno 2025 - 10:03

Un nuovo duro colpo a Cosa Nostra è stato inflitto dai carabinieri del Comando provinciale di Palermo che, nella notte tra l’1 e il 2 giugno, hanno eseguito 29 misure cautelari, di cui 16 in carcere e 13 con obbligo di dimora e firma, su disposizione del gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Tredici dei destinatari si trovavano già detenuti per altri reati. Le accuse mosse agli indagati sono pesanti: associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione, esercizio abusivo del gioco d’azzardo, reati contro la persona e il patrimonio, detenzione e commercio illecito di armi, tutti aggravati dal metodo mafioso. Al centro dell’indagine, gli uomini del mandamento di Palermo Porta Nuova, uno dei più radicati e temuti della città.

La prosecuzione di “Grande Inverno”

L’operazione si inserisce nel solco dell’inchiesta “Grande Inverno”, che lo scorso febbraio aveva già portato a 181 arresti. Gli indagati di oggi, rimasti fuori dalla prima ondata di provvedimenti, sono stati oggetto di successive valutazioni che hanno confermato il loro coinvolgimento nella rete mafiosa. Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri tra il 2023 e il 2025, hanno messo in luce la vitalità e l’evoluzione di Cosa nostra, sempre legata ai vecchi codici di comportamento, ma perfettamente capace di aggiornarsi e adattarsi, sfruttando anche le tecnologie moderne per sfuggire ai controlli investigativi.

Un’organizzazione ancora pericolosamente radicata

Secondo gli inquirenti, Cosa nostra mantiene un saldo controllo del territorio e un’organizzazione interna rigida e strutturata. Il cuore dell’attività criminale rimane il traffico di droga, in particolare cocaina e droghe sintetiche, da cui l’organizzazione ricava proventi milionari. Il sistema prevede una rigida gestione delle piazze di spaccio, con “pusher” obbligati a rifornirsi da canali controllati o, in alternativa, a pagare una sorta di tassa mafiosa. Le violazioni di questo sistema vengono punite con violente ritorsioni, documentate durante le indagini. Altro filone d’oro per l’organizzazione è il gioco d’azzardo online. Anche in questo settore la mafia impone “pannelli di gioco” gestiti dai clan, garantendosi entrate costanti e consistenti.

Armi e violenza per mantenere il controllo

Nel corso delle indagini è emersa anche un’ampia disponibilità di armi da parte degli affiliati, utilizzate non solo per la difesa, ma anche per azioni offensive, cessioni e vendite. Non sono mancati episodi di violenza fisica: pestaggi e aggressioni sono stati documentati come strumenti abituali per la risoluzione dei contrasti interni o per affermare la supremazia sul territorio. Le indagini confermano che il mandamento cittadino di Porta Nuova ha riacquisito un ruolo centrale nelle dinamiche mafiose palermitane, superando per influenza i gruppi della provincia. Un segnale chiaro, secondo gli inquirenti, che Cosa nostra continua a rappresentare una minaccia attuale e concreta per la sicurezza e la legalità nel capoluogo siciliano.

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