Scandalo baby squillo, il monrealese Francesco Pampa condannato a 11 anni

Redazione

Cronaca - La condanna in primo grado

Scandalo baby squillo, il monrealese Francesco Pampa condannato a 11 anni
Il sostituto procuratore aveva chiesto una condanna a 17 anni per Pampa, a 6 anni e 2 mesi per Vicari e a 2 anni e 8 mesi Giardi

21 Dicembre 2021 - 11:43

Arrivate le condanne in primo grado per Francesco Pampa, Massimiliano Vicari, titolari dell’agenzia di moda Vanity Models e per l’altro monrealese Filippo Giardi, amico di Pampa. Come scrive Sandra Figluolo su Palermo Today, il gup Rosario Di Gioia, al termine del processo che si è svolto con il rito abbreviato, ha condannato Pampa ad 11 anni, Vicari a 4 anni e Giardi a 2 anni. Per il giudice è assolutamente plausibile il giro di prostituzione minorile che sarebbe stato gestito dai primi due imputati, titolari della Vanity.

Il Gup ha accolto più o meno le richieste fatte dal sostituto procuratore Sergio Mistritta, infliggendo pene un po’ più basse rispetto a quelle invocate (che erano di 17 anni e 4 mesi per Pampa, 6 anni e 2 mesi per Vicari e 2 anni e 8 mesi per uno dei presunti clienti, Giardi). Il gup ha anche riconosciuto delle provvisionali per alcune delle ragazze che si sono costituite parte civile attraverso gli avvocati Silvia Sansone, Nino e Marco Zanghì, Giuseppina Cicero e Giovanni Maria Saitta. L’esatta entità del danno patito dovrà essere quantificata in sede civile. Secondo l’accusa, dietro al paravento della “Vanity Models Management”, Pampa e Vicari avrebbero invece sfruttato aspiranti modelle e promoter minorenni, costringendole a vendersi.

Pampa, peraltro, avrebbe pagato lui stesso alcune delle presunte vittime per fare sesso con loro. L’inchiesta della squadra mobile, coordinata dal procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e che aveva fatto finire in carcere i due titolari dell’agenzia a gennaio scorso, era nata dalla denuncia presentata l’estate precedente dalla madre di una delle ragazze che, sin da quando aveva 15 anni, sarebbe stata costretta a prostituirsi in cambio di somme tra i 50 e i 150 euro. Erano emerse poi le storie di altre giovanissime, che avrebbero seguito la stessa strada.

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