L’indagine sulle baby squillo: Pampa e Vicari chiedono il rito abbreviato

Redazione

Cronaca - Il caso

L’indagine sulle baby squillo: Pampa e Vicari chiedono il rito abbreviato
I due agenti secondo l’accusa, avrebbero gestito un giro di prostituzione, anche minorile dietro un'agenzia di moda

08 Giugno 2021 - 15:02

Hanno chiesto e ottenuto il rito abbreviato Francesco Pampa e Massimiliano Vicari, i due agenti che, secondo l’accusa, avrebbero gestito un giro di prostituzione, anche minorile, dietro l’attività dell’agenzia di moda, la Vanity Models Management.  Il processo inizierà tra qualche settimana davanti al gup Rosario Di Gioia. Pampa e Vicari si trovano in carcere, mentre per il terzo imputato il gip aveva disposto i domiciliari. Lo rivela Sandra Figliuolo su Palermo Today.

L’inchiesta è partita nell’agosto del 2019, dopo che una madre ha scoperto che la figlia – ora maggiorenne – che lavorava per l’agenzia, da quando aveva 15 anni sarebbe stata violentata da Pampa e poi avviata dai due indagati alla prostituzione, con clienti non solo a Palermo, ma anche a Monreale, a Napoli e a Milano e in cambio di somme tra i 50 e i 150 euro. La donna ha così deciso di denunciare. Secondo la versione della ragazzina, inoltre, i primi a pagare per fare sesso con lei – quasi sempre negli uffici dell’azienda, a Palermo – sarebbero stati proprio i due indagati. Dagli accertamenti compiuti dai poliziotti sono emerse finora cinque presunte vittime e una di loro ha confermato quanto affermato dalla prima denunciante e fornito altri particolari ed altri nomi, di clienti, ma anche di altre giovani finite nel giro dei rapporti sessuali a pagamento.

Ragazze anche di appena 15 anni, costrette a prostituirsi se volevano avere una chance di sfondare nel mondo dello spettacolo. Una denuncia confermata poi dalle dichiarazioni della giovane che ha iniziato a lavorare con i due uomini all’età di 15 anni. La giovane vittima ha raccontato agli investigatori di essere stata “iniziata” quasi subito da Pampa che l’ha poi proposta al socio Vicari e in seguito indotta a concedersi ad uomini più grandi, clienti dell’agenzia o semplicemente a coloro che partecipavano agli eventi legati alla moda.

L’ordinanza del gip contiene tanti nomi di uomini che avrebbero pagato per avere rapporti sessuali con le giovani modelle delle agenzie. Secondo il racconto della ragazza, sarebbe stato prima Pampa e poi anche Vicari, a gestire incontri e appuntamenti, anche due a settimana con lei e altre ragazze che a fine giornata incontravano i clienti proprio in agenzia. Ma non solo, gli appuntamenti si sarebbero svolti anche in alcuni B&B della città, e perfino in una casa nelle campagne di Monreale.

“Non ne parlate mai per telefono”, diceva Pampa alle ragazze. La giovane ha ricordato un incontro a pagamento con Pampa e Vicari in un b&b del centro, al quale avrebbe partecipato anche un’altra ragazza. Tra i clienti anche “un uomo anziano e bruttissimo, con la pancia e i denti sporchi”, ha detto la ragazza agli investigatori. Sarebbe stato Pampa ad accompagnare lei (e poi anche altre giovani) in una casa di campagna a Monreale per incontrarlo ripetutamente.

La giovane ricorda anche il primo rapporto completo con Pampa, avvenuto secondo il suo racconto in un parcheggio di Capaci dopo una serata in un locale. Lui le avrebbe dato 50 euro e, riaccompagnandola a casa, le avrebbe detto “Vedi? Non è successo niente, sei viva!”. Da quella sera secondo il racconto della giovane sarebbe iniziato per lei un calvario, fatto di rapporti anche tre volte a settimana con i due titolari. Avvenivano in via Catania a fine giornata. Pampa e Vicari avrebbero aperto una bottiglia di vino e così sarebbero iniziati i rapporti a pagamento con i due, che le avrebbero dato 50 euro a testa dopo ogni incontro, che avvenivano prima con uno e poi con l’altro. Una sola volta l’avrebbe fatto con entrambi, ma non le era piaciuto e non sarebbe più accaduto.

“Ero un loro oggetto, se volevano che mi girassi, me lo chiedevano, se volevano che stessi in piedi, la stessa cosa, se volevano un rapporto orale idem”. “A volte – ha riferito la ragazza – uno guardava l’altro durante gli amplessi con lei e viceversa”. Gli incontri per lei sarebbero andati avanti fino all’estate del 2017. Poi aveva intrapreso una relazione sentimentale con una coetanea (coinvolta anche lei nel presunto giro di prostituzione) e fino a dicembre del 2018, quando la relazione era terminata, aveva sospeso gli incontri a pagamento. “Ma poi ci sono ricascata”, dice.

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