Piana degli Albanesi, sospeso il consiglio comunale

Giorgio Vaiana

Regione - Verso lo scioglimento

Piana degli Albanesi, sospeso il consiglio comunale
Non viene approvato il rendiconto del 2018 e il commissario ad acta sospende il consiglio comunale

03 Febbraio 2020 - 16:22

Alla fine hanno perso tutti: i cittadini elettori, la maggioranza e l’opposizione. Forse l’intera democrazia. A Piana degli Albanesi il consiglio comunale è stato sospeso. Questo perché il rendiconto della gestione 2018 non è stato approvato entro i termini di legge (ossia marzo 2019). Un ritardo che ha costretto l’assessorato alle Autonomie Locali a nominare, a luglio del 2019, un commissario ad acta. Una nomina che ha consentito una accelerazione sull’approvazione del rendiconto da parte della giunta guidata dal sindaco Rosario Petta. Ma il documento finanziario non ha passato la prova del consiglio comunale.

Una strada tortuosa per il documento finanziario anche per l’approvazione da parte del consiglio comunale. Prima la diffida da parte del commissario ad acta a fine ottobre di approvare il documento entro un mese dalla prima convocazione del consiglio comunale. Una corsa contro il tempo per recuperare alcuni documenti (come le delibere di riconoscimento dei debiti fuori di bilancio) e anche perché il collegio dei revisori ha perso tempo nel predisporre il loro parere che è stato negativo, pare per un disavanzo rispetto all’anno precedente di 700 mila euro oltre a varie criticità.

Durante la seduta del consiglio comunale del 4 dicembre scorso, però sembra tutto pronto per l’approvazione. Il sindaco Petta è sommerso dalle critiche dell’opposizione e dello stesso presidente del consiglio comunale Alberto Petta perché nel frattempo era andata in pensione la ragioniera che quindi non ha potuto illustrare il rendiconto ai consiglieri e si era dimesso l’assessore al bilancio Barone. Che a tutti è sembrato come un “me ne lavo le mani, sbrigatevela voi”. Alla fine, però, dopo un lungo dibattito, alcuni consiglieri delle opposizioni sono usciti dall’Aula consiliare per consentire alla maggioranza di votare e approvare questo rendiconto. E’ una prassi utilizzata da sempre: alcuni consiglieri di opposizione escono dall’aula, altri rimangono in modo da garantire il numero legale, ma in questo modo i consiglieri di opposizione presenti sono meno di quelli della maggioranza e la proposta può essere approvata.

Insomma l’opposizione aveva fatto un passo indietro pur di far votare questo documento ed evitare lo scioglimento del consiglio comunale. Ma a sorpresa i Consiglieri di maggioranza si astengono e il Rendiconto del 2018 viene bocciato. La bocciatura, dunque, per le sanzioni previste dall’articolo 109 bis dell’Oreel, prevede prima la sospensione e poi lo scioglimento dei consigli comunali, già commissariati come Piana degli Albanesi che non approvano il rendiconto o il bilancio. Insomma, adesso sindaco e giunta si ritroveranno senza consiglieri né di maggioranza né di opposizione che saranno sostituiti da un commissario.

“Ho l’impressione che sia tutta una strategia concordata – dice il presidente del consiglio comunale Alberto Petta – Sembra strano che alla fine del consiglio comunale festeggiavano e facevano i selfie. Se invece davvero i consiglieri di maggioranza avessero votato contro un documento del sindaco quanto meno avrebbero litigato. Inspiegabile, poi, la decisione dei consiglieri di maggioranza Antonino Aclud, Morena Picone e Antonino Imbordino che si sono auto eliminati e hanno affossato il consiglio. Non vorrei che dietro ci fossero delle altre promesse”. Ora il consiglio comunale è stato sospeso.

Hanno votato a favore solo i consiglieri Tommaso Matranga che è anche vicesindaco e Simona Scalia che è anche assessore che dicono: “Ognuno si assuma le proprie responsabilità.  Non rispondiamo ad inutili provocazioni. Abbiamo fatto una scelta coerente. Abbiamo approvato il documento in Giunta e poi abbiamo confermato il nostro voto anche al consiglio comunale. Desideriamo solo smentire le voci circolate: non c’era nessun accordo politico”.

Già perché proprio su questo punto si batte l’opposizione. Del fatto che tutto sia stati studiato a tavolino per far decadere il consiglio comunale: “Ma come si può pensare una cosa simile? – dice il sindaco Petta – Io avevo chiesto a tutti un’assunzione di responsabilità. E dico a tutti. Ognuno, adesso, dovrà farsi un esame di coscienza. Parlo di coloro che si sono astenuti. In tantissimi anni che faccio politica non avevo mai visto un presidente del consiglio comunale abbandonare il suo scranno per sedere tra i consiglieri e attaccare me e i consiglieri di maggioranza. Non c’è un clima sereno. E si vede. Anziché puntare il dito sui consiglieri che si sono astenuti, presidente e vicepresidente del consiglio comunale raccontino del perché non abbiano votato. Con i loro due voti l’atto sarebbe passato e parleremmo”.

“Assurdo – ribatte Alberto Petta – che l’opposizione venga additata come responsabile di questo fallimento. Così come è assurdo che sia chiesto all’opposizione di votare atti fatti dalla maggioranza. Il sindaco prenda coscienza del fatto che il suo tempo è scaduto”.  “Da quando mi sono insediato stiamo facendo i conti con una situazione finanziaria del comune gravissima – dice il sindaco Petta – I dipendenti comunali non hanno preso stipendi per dieci mesi a causa dei bilanci fermi e mai approvati. Ci siamo impegnati per risolvere questa situazione di impasse affrontando gravi criticità. Nell’ultimo consiglio comunale avevo chiesto un atto di responsabilità con un parere favorevole al documento finanziario. Cosa che non è accaduta. L’opposizione ha sbeffeggiato per due ore di discussioni i consiglieri di maggioranza. E credo sia impossibile lavorare così. I tre consiglieri accusati (Antonino Aclud, Morena Picone e Antonino Imbordino, ndr) hanno fatto una loro valutazione. Giusta o sbagliata non sono io a doverlo dire. Io credo che il decreto di sospensione del consiglio comunale non fa bene a nessuno”.

Rosario Petta è stato a lungo anche presidente del consiglio comunale: “E’ un ruolo super-partes – dice – Io non mi sono mai sognato di andare contro la mia amministrazione. Eppure oggi è una consuetudine di chi ha assunto questo importante ruolo istituzionale. Mi auguro che tutto si ristabilisca. Non so cosa accadrà, se il consiglio sarà reintegrato, e lo spero, o meno. In ogni caso io desidero tornare a lavorare in un clima costruttivo, per il bene del paese, con i professionisti, i politici, i sindacati e le associazioni del territorio”.

Ora l’opposizione sta già preparando il ricorso d’urgenza al Tar contro il decreto di sospensione del consiglio comunale. Nel caso la Regione siciliana decida per lo scioglimento del consiglio comunale, hanno fatto sapere che il ricorso sarà fatto anche in questo caso. E c’è un caso simile: il consiglio comunale di Sommatino in provincia di Caltanissetta che era stato sciolto per lo stesso motivo, è stato poi reintegrato dal Tar. Nessuna modifica, però, assicura Rosario Petta alla giunta comunale dopo la sospensione del consiglio comunale: “Nessuna rotazione – assicura il primo cittadino – Rispetto alle porte girevoli a cui era abituato questo comune, io fino ad oggi, ho cambiato solo due assessori e non di certo per mia volontà, ma perché questi si sono dimessi per motivi personali”.

(Nell foto Alberto Petta e Rosario Petta)

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