Il mare di Monreale e il treno a vapore che sbuffa

Redazione

Cronaca - La Zanzara

Il mare di Monreale e il treno a vapore che sbuffa
Una lettera aperta ai monrealesi da chi Monreale la vede con gli occhi dello straniero. Forse non è solo colpa della politica

14 Aprile 2019 - 10:30
In queste settimane di campagna elettorale abbiamo sentito promettere di tutto e di più, persino portare il mare a Monreale e il treno davanti al Duomo. Ok, forse abbiamo esagerato ma la sostanza è questa. Abbiamo ascoltato le proposte dei candidati sindaci di Monreale: otto candidati sindaci, leggasi otto. Manco a Palermo nel 2017 c’erano così tanti sfidanti per la poltrona più ambita della città. Il punto però non è questo. Abbiamo sentito le proposte: alcune interessanti, altre fantasiose, altre difficili da realizzare ma tutto sommato sappiamo che chi arriva ha una gran voglia di fare. Un dinamismo che si scontrerà con la realtà: soldi in cassa non ce ne sono.
Roma ha tagliato i fondi alla Regione, la Regione con un tratto di penna ha tagliato i finanziamenti agli enti locali. Risultato? Le asfittiche casse comunali sono ancora più magre. C’è una speranza su cui tutti sono d’accordo: bisogna intercettare i fondi comunitari per sistemare le strade, le scuole, la viabilità. Per farlo però, servono dirigenti tecnici preparati ed esperti nella caccia ai bandi a cui partecipare. Serve un piano strategico per sistemare i conti e regolare il disavanzo comunale. Nulla di grave, ma è un problema a cui dovrà pensare il nuovo/vecchio sindaco all’indomani delle elezioni. Ma non basta. Serve l’amore dei monrealesi per il proprio territorio.
Cari lettori di questo giornale, cari elettori che andrete al voto il prossimo 28 aprile, cari residenti e semplici cittadini di passaggio. La politica deve fare tanto per ridare dignità ad un territorio, ma tanto dovrete fare anche voi. Avete in mano l’oro, dovrete essere bravi a sfruttarlo.
Noi ci limitiamo a darvi qualche suggerimento:
  1. I turisti sono una risorsa, non polli da spennare “perché tanto non tornano più”.
  2. Il riconoscimento Unesco è un vanto da cui trarre giovamento per il turismo, non un fastidio.
  3. Oltre il Duomo c’è tanto da vedere, rendetelo agibile e non chiuso. A partire dalle chiese, ma questo lo sappiamo dipende dalla Diocesi.
  4. Gli ambulanti sono caratteristici ma devono pagare le tasse e rispettare le regole, esattamente come fanno i commercianti che ogni giorno fanno sacrifici solo per tenere aperta la propria attività.
  5. Gli artigiani di Monreale sono una risorsa da salvaguardare e devono tornare con le loro putie a colorare il centro storico. La crisi ha fatto arrivare in pieno centro dubbie attività commerciali.
  6. Ogni vecchia casa del centro storico può essere riqualificata per diventare un’attrazione, un b&b o un’attività gastronomica.
  7. Le auto lasciatele sotto casa. Camminare a piedi non ha mai ucciso nessuno. Date la possibilità di pedonalizzare tutto il centro. Ne gioverete voi, né gioverà Monreale
  8. Siate meno provinciali e guardate al presente: Monreale o si trasforma in un borgo o resterà un paese. Chiedetevi cosa possiate fare voi per migliorare Monreale, non Monreale per voi.
  9. Caro sindaco che verrà, Monreale è un territorio vastissimo. Le frazioni sono lontane e difficili da gestire, ma renderle ancora più lontane con una politica miope non invoglierà la gente a investire sul proprio territorio.
  10. L’ultimo punto è dedicato ai rifiuti. Va bene che la differenziata ha superato il 40 per cento ma il paese è troppo sporco. È questa la cartolina da presentare ai turisti? Di sicuro, il comune può fare di più ma se i monrealesi evitassero di gettare qualche cartaccia per terra, forse il paese sarebbe più pulito e agevolerebbe il lavoro degli operatori ecologici.
Il 28 aprile votate chi volete, ma il primo passo per una Monreale diversa lo dovrete fare voi.

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