La vicenda del centro dei migranti di Piana, l’ex sindaco Caramanno: “Dimissioni in blocco”

Redazione

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La vicenda del centro dei migranti di Piana, l’ex sindaco Caramanno: “Dimissioni in blocco”

25 Ottobre 2018 - 12:49

Continua a tenere banco la vicenda del centro dei migranti di Piana degli Albanesi finito nel mirino di Raffaele Cantone e dell’anticorruzione. Pare, infatti, che la gara per l’affidamento dello Sprar, presenti, a detta di Cantone, numero irregolarità. E si tratta di una gara da quasi due milioni di euro. Sulla vicenda è intervenuto anche Gaetano Caramanno, ex sindaco (per due mandati) a Piana, il primo sindaco di centro-destra a far “cadere” il fortino di sinistra che da queste parti aveva sempre governato. Che continua, da giorni ad invocare le dimissioni di sindaco, assessori e consiglieri comunali.

“Perché – spiega Caramanno – la delibera dell’Anac è una dettagliatissima ricostruzione di quanto accaduto nel 2016 e più direttamente da più di un anno a questi giorni, successiva ad un confronto di deduzioni e controdeduzioni con gli uffici comunali e che ha confermato l’assoluta alterazione delle regole a vantaggio di un soggetto economico locale. Chi guida e controllo l’attività di un ente e assiste inerme e stupito a quanto viene deliberato dall’autorità nazionale anticorruzione dimostra in primis l’assoluta distanza dalle parole del proprio giuramento. Sulle ulteriori responsabilità altri stanno già verificando”.

Ma secondo Caramanno, le questioni in consiglio e in giunta comunale sono altre: “Mentre si trascurava un utilizzo viziato e irregolare di un milione e novecentomila euro per avvantaggiare un preciso comitato d’affari – spiega l’ex primo cittadino – sindaco e consiglio si torturavano sullo statuto. Ci sono volute decine di consigli comunali per discutere di statuto (bocciandolo) e quindi di regole di funzionamento di un ente e nello stesso tempo in totale disprezzo di “regole” nessuno si chiedeva come fosse possibile avere cosi manifestamente evaso qualsiasi regola di trasparenza concorrenza e legalità”.

Illegalità, concorso diretto e indiretto, omertà e coperture: Cantone ha portato a Piana parole che non si sentivano da un po’: “Mai avremmo immaginato di potere apparire come quelle località dei Nebrodi o della Calabria altomontina in cui le regole sono stracci e mafia e ndrangheta allignano come frutto spontaneo di comunità-clan e intrise di malaffare – conclude Caramanno – Il danno all’immagine e alla reputazione di una comunità storica e prestigiosa come questa è irrimediabile”

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