Palermo, sequestro ai boss di Pagliarelli per un valore di 2 milioni di euro

Redazione

Palermo

Palermo, sequestro ai boss di Pagliarelli per un valore di 2 milioni di euro
Il provvedimento nell'ambito dell'operazione "Verbero" che ha portato in carcere 39 persone

18 Gennaio 2016 - 00:00

Nei giorni scorsi, in concomitanza con l’operazione “Verbero”, il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, con la collaborazione dell’Arma dei Carabinieri di Palermo e  del Servizio Centrale Investigazioni sulla Criminalità Organizzata delle Fiamme Gialle di Roma, ha sequestrato in via d’urgenza beni riconducibili a persone ritenute contigue alle famiglie mafiose di “Pagliarelli, Corso Calatafimi e Villaggio Santa Rosalia”. I sequestri, disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia e già convalidati dal GIP del Tribunale di Palermo, hanno riguardato beni per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Le persone, tutte di Palermo, finite nel mirino degli investigatori sono: Alessandro Alessi; Giuseppe Perrone; Vincenzo Giudice; Salvatore Sansone; Tommaso Nicolicchia; Giuseppe Castronovo; Stefano Giaconia; Carlo Grasso. Nei loro confronti sono scattati sequestri di beni mobili e immobili. In particolare, a Vincenzo Giudice sono stati sequestrati due autoveicoli intestati al fratello. A Salvatore Sansone sono stati sottratti un centro scommesse nel centro di Carini, formalmente intestato ad un altro soggetto, un’altra sala giochi a Palermo intestata al fratello, una moto ed un autoveicolo intestati ai familiari. A Tommaso Nicolicchia è stato sequestrato un bar a Palermo. A Stefano Giaconia sono stati sequestrati un’autovettura ed un appartamento a Altavilla Milicia. Le investigazioni hanno dimostrato come gli indagati facessero ricorso a meri “prestanome” o ad alcuni familiari, cui sono stati intestati fittiziamente beni o attività commerciali, gestiti con precisi ordini e direttive ma senza mai figurare direttamente. Tuttavia, i successivi approfondimenti hanno evidenziato una netta sproporzione tra il tenore di vita dei falsi intestatari ed i loro redditi ufficiali. E’ così scattato il sequestro, che è stato eseguito preventivamente e in via d’urgenza per impedire che le persone coinvolte potessero spogliarsi della proprietà dei beni. Dalla Guardia di Finanza spiegano: "Le recenti risultanze investigative aggravano la posizione di Alessandro Alessi, già destinatario di provvedimento di confisca di un’imbarcazione modello Mami, un terreno in Palermo, una società di gestione di impianti sportivi, una ditta individuale, due motocicli, un’autovettura e svariati conti correnti, del valore complessivo di oltre 1 milione di euro, tutti intestati ai familiari e prossimi congiunti, ma allo stesso riconducibili. La confisca, emessa dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione – continuano i finanzieri – conclude il procedimento per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, iniziato tra il 2010 ed il 2011, nei confronti di Alessi, arrestato nel 2008 – e poi assolto da quel reato nel 2011 – per associazione di stampo mafioso. Nonostante l’assoluzione da quelle imputazioni – concludono – il Tribunale di Palermo lo aveva già considerato un soggetto “socialmente pericoloso” e quindi sottoposto alla sorveglianza speciale di P.S. ed alla confisca dei beni".

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