Palermo, carte di credito clonate. Truffa da 3 milioni di euro

Redazione

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Palermo, carte di credito clonate. Truffa da 3 milioni di euro
Operazione della Polizia denominata "Free Money"

18 Gennaio 2016 - 00:00

Una complessa operazione della polizia, ha sgominato una pericolosa organizzazione che clonava carte di credito. Gli investigatori della Squadra Mobile, coadiuvati da personale del Compartimento della Polizia Postale,  hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica a carico di 24 persone che a vario titolo, dovranno rispondere di "associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di ricettazione, riciclaggio ed all'indebito utilizzo di codici di carte di credito clonate". Il provvedimento di fermo è stato adottato dalla Procura della Repubblica, a firma del Procuratore della Repubblica, Francesco Lo Voi e del Sostituto Procuratore, Siro De Flammineis. L’indagine, denominata  ‘Operazione Free Money’, è partita dopo la denuncia presentata da parte del direttore di un istituto di credito che rappresentava un tentativo di frode con carte di credito clonate, avvenuto mediante l’utilizzo di un Pos appartenente ad una ditta di autonoleggio di Palermo. Le investigazioni condotte dalla Sezione Reati contro il Patrimonio, dalla Squadra Mobile di Palermo, si sono avvalse dell’importante contributo dei poliziotti del Compartimento della Polizia Postale, che hanno anche coadiuvato gli operatori della Squadra Mobile, attraverso attività di intercettazione telefonica, ambientale e telematica, riscontrata, tra l’altro, da servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione sul territorio. L’attività della Polizia ha svelato una vasta organizzazione criminale con base a Palermo, ma con ramificazioni anche in ambito nazionale (Sicilia e Lazio) e con profili internazionali (Russia, Ucraina e Romania), finalizzata al conseguimento di ingenti somme di denaro mediante l’uso fraudolento di codici di carte di credito clonate. Il voluminoso giro di affari illeciti accertato dagli investigatori ammonta a circa 3 milioni di euro. Il meccanismo utilizzato dal gruppo specializzato nel mercato nero online, si basava essenzialmente nel far credere alle banche di ricevere incassi Pos da parte di cittadini stranieri per servizi, in realtà, mai forniti, utilizzando a tal fine codici di carte di credito clonate acquistati presso altri soggetti, attraverso circuiti illegali. L’associazione criminale, attraverso la creazione di ditte fittizie (prevalentemente società di autonoleggio), intestate a soggetti compiacenti, riusciva a giustificare l’apertura di conti correnti bancari per i quali ottenevano dall’istituto di credito il relativo Pos. Parallelamente si procuravano codici di carte di credito già clonate – per lo più americani, danesi e francesi – con i quali effettuavano transazioni, simulando noleggi di autovetture, in realtà mai effettuati, attraverso i Pos ottenuti ed appartenenti alle ditte create. "Il denaro – spiegano dalla Questura -, che via via si accreditava sui conti correnti delle ditte create ad hoc, veniva immediatamente spostato verso conti correnti di comodo o verso carte di credito prepagate riconducibili a soggetti ad essi vicini che curavano la fase della monetizzazione attraverso il prelievo ai bancomat o agli sportelli bancari. Una volta ottenuto il denaro contante – continuano – avveniva la spartizione tra gli associati secondo una percentuale specifica e in base al “peso” del soggetto in seno all’associazione". Le indagini hanno richiesto anche accertamenti bancari che sono stati effettuati grazie al personale del Compartimento di Polizia Postale e Telecomunicazioni che ha collaborato in modo significativo alle investigazioni, facendo emergere, tra l’altro, la contiguità di alcuni soggetti coinvolti nell’indagine con alcune famiglie mafiose locali. "Non si può escludere – spiegano infatti gli inquirenti -, che gli ingenti proventi dei reati accertati confluiscano anche nelle casse di famiglie mafiose costituendo un nuovo, e fino ad ora inesplorato, canale di approvvigionamento della mafia".

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