Monreale, vicenda Ato: riduzione degli stipendi per garantire il posto a tutti

Rosario Lo Cicero

Cronaca

Monreale, vicenda Ato: riduzione degli stipendi per garantire il posto a tutti
Capizzi ripercorre la storia della società: "Mala politica e clientelismo hanno prodotto questo disastro"

18 Gennaio 2016 - 00:00

Un consiglio comunale anomalo, quello di questa sera, ma sentito e molto partecipato. Sul tavolo la scottante vicenda dell’Ato Pa2 e dei quasi cento lavoratori monrealesi, tra amministrativi ed operatori, al momento sospesi dal servizio e costretti a casa dal fallimento dell’azienda.  Forze dell’ordine intervenute in numero consistente, agenti di Polizia Municipale, negli occhi dei quali, prima dell’inizio della seduta, si leggeva una certa preoccupazione, hanno potuto verificare con mano l’assoluta dignità ed il grande senso di responsabilità che ha mosso i tanti lavoratori presenti, i quali non hanno mancato di esternare le loro attuali difficoltà, personali e familiari. Qualcuno di loro ci ha raccontato di “bambini ammalati e dell’impossibilità di acquistare loro i farmaci necessari alle cure”, altri ci hanno confidato che tornando a casa, sicuramente verranno presi dalla disperazione perché, al momento, il “frigorifero è vuoto”, altri ancora ci hanno raccontato dell’impossibilità di pagare la bolletta dell’energia elettrica e di temere il "taglio” repentino dell’erogazione. Insomma, una situazione al limite, se non oltre, l’umano sopportabile, una situazione alla quale sicuramente un lavoratore non può essere sottoposto.  Al consiglio comunale, presieduto da Giuseppe Di Verde, si inizia con l’intervento del consigliere di opposizione, Giuseppe Romanotto, il quale ha evidenziato che il 16 gennaio scorso è scaduto il contratto dei lavoratori dell’Ato Pa2 e così, a suo dire, alcuni di questi, invitati dal sindaco a proseguire con la raccolta dei rifiuti, hanno lavorato senza la giusta copertura assicurativa e con i rischi che ne potevano conseguire, in caso di malaugurato infortunio. Le dichiarazioni di Romanotto hanno fatto infuriare il sindaco Piero Capizzi e l’assessore Pippo Lo Coco, i quali lo hanno invitato più volte ad un atteggiamento responsabile ed a valutare bene il momento di tensione e di difficoltà palpabile. Il Consigliere ha proseguito citando, in particolare, una comunicazione, quella del 20 gennaio scorso, per l’appunto, attraverso la quale l’azienda comunicava, ai lavoratori,  l’impossibilità della prosecuzione del rapporto. Il consigliere comunale Mimmo Vittorino invitava quindi il sindaco a relazionare e così Capizzi ha preso la parola, dichiarandosi immediatamente “imbarazzato” nei confronti dei tanti padri di famiglia rimasti al momento senza lavoro ed i quali, da molti mesi, non percepiscono stipendio ed ha, con molta determinazione, ma con altrettanta cortesia, invitato il consigliere Romanotto a verificare le sue dichiarazioni e sull’effetto che queste avrebbero potuto scatenare. Capizzi ha proseguito con la veloce cronistoria dell’Ato, dalla nascita avvenuta nel 2003, sino ai nostri giorni. Ha passato al setaccio le tante assunzioni, da allora sino ad oggi, messe in atto da una colpevole politica ed ha comunque evidenziato quanto la dirigenza dell’azienda non si sia opposta o abbia sollevato il caso di questa che adesso si è rivelata una vera “piaga” per i cittadini, costretti a sborsare cifre esorbitanti per un servizio carente ed al momento sospeso, sia nei confronti degli stessi lavoratori. Capizzi ha evidenziato quanto negli anni passati, quando lui ricopriva la carica di consigliere comunale, gli allora colleghi del Pd Salvino Mirto e Massimiliano Lo Biondo, in particolare, abbiano più volte cercato di porre attenzione sulle anomale assunzioni e sullo sproporzionato levitare dei costi di gestione della raccolta. Capizzi ha rivelato di aver scoperto, dalle documentazioni depositate, che esiste una società di Scopo intestata a certo “Nazareno Salamone” e che nella piana organica dell’Ato2 c’è un esubero di 50 unità lavorative spalmato su tutti i Comuni facenti parti del Consorzio. Il Sindaco ha poi fatto cenno all’anomalo furto e danneggiamento, avvenuto giorni addietro, negli uffici dell’azienda e fatto presente che se il comune di Monreale dovesse mantenere l’attuale pianta organica, nella nascente Aro, questo andrebbe automaticamente ad influire, con un incremento del 35% sulla tassa dei rifiuti, cosa impossibile da proporre ai cittadini già da tempo ed abbondante spremuti. Il problema reale, come ha ancora evidenziato Capizzi, sta nel passaggio di “livello” di 99 lavoratori su 276, per molti versi sconsiderato, fatto dalla dirigenza interna, che ha fatto innalzare gli stipendi. La soluzione è quindi una, come ha ancora sottolineato il Primo Cittadino: accettare, al momento della costituzione della nuova società di scopo, un taglio al livello d’impiego, capace quindi di livellare i salari. Solo questa azione potrà garantire il posto di lavoro, si spera in tempi brevi, a tutte le 97 unità. Il Presidente del Consiglio ha poi consentito ad alcuni dei lavoratori presenti d’intervenire nel dibattito e di esternare le proprie ragioni e perplessità, uno in particolare, l’operatore Giuseppe Cangemi, ha parlato per tutti. Presente in aula consiliare, anche l’ex Sindaco Filippo Di Matteo, eletto dai Sindaci del comprensorio, presidente della nascente Società di Scopo, pur non rivestendo più il ruolo di primo cittadino. Di Matteo ha comunicato che giovedì 5 febbraio, alle ore 17, si terrà a Villa Savoia, l’incontro decisivo con i sindaci, il quale sancirà, come si spera ed auspica, la nascita della nuova società che comunque, ha tenuto a precisarlo, non potrà andare avanti se non ci saranno le delibere e quindi le coperture finanziarie necessarie al funzionamento di questa. La capacità, quindi accertata,  di garantire il regolare pagamento degli stipendi a tutti i lavoratori ed a ogni 27 del mese. Il sindaco Capizzi, dal suo canto, ha precisato che il comune di Monreale, una volta approvato un “piano economico” concreto, garantirà tutti i dipendenti e pagherà con regolarità sancita da giusta delibera, come chiesto da Di Matteo, le fatture che mensilmente verranno presentate. Capizzi ha concluso sottolineando quanto, in questo momento, stia soffrendo il territorio di Monreale, a cominciare dalle frazioni invase dai rifiuti e, non potendo chiedere ulteriori sacrifici agli operatori (ex) Ato2, ha fatto presente che dovrà immediatamente, per problemi igienici e di ordine pubblico, affidarsi ad una ditta esterna e questo sino alla risoluzione definitiva del passaggio alla nuova società. Per concludere e per dovere di cronaca sottolineiamo, quanti molti abbiano notato l’assenza in aula del consigliere Salvatore Gullo, già sindaco di Monreale e marito di Lea Giangrande, amministratrice dell’azienda preposta alla raccolta dei rifiuti, durante la sindacatura di Gullo. (FOTO ARCHIVIO MONREALE PRESS)

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