Monreale, in protesta sul tetto del Palazzo di Città: in tre chiedono lavoro

Rosario Lo Cicero

Cronaca

Monreale, in protesta sul tetto del Palazzo di Città: in tre chiedono lavoro
Sul posto vigili del fuoco, carabinieri e 118

18 Gennaio 2016 - 00:00

Da questa mattina, due o meglio tre persone, stazionano sul tetto del palazzo di città. Una protesta la loro, che nasce dal fatto di essere disoccupati. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, carabinieri e un'ambulanza del 118. Curioso il fatto però, che sia così facile salire sul tetto di un palazzo istituzionale. E' stato utilizzato infatti il ponteggio montato per i lavori di ristrutturazione al Palazzo Reale. E ancora più curioso il fatto che durante i tentativi di convincere i due sul tetto, ne sia riuscito a salire un terzo, che tranquillamente è riuscito a raggiungere, alla stessa maniera dei due compagni di protesta, il tetto del comune. L’impegno dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco, e persino il tentativo del giovane Assessore alla Cultura, Giuseppe Cangemi, che, salito sulla scala mobile dei Pompieri, ha cercato di dissuaderli esortandoli a scendere. La giornata torrida e il sole cocente che batte sul tetto del Comune, non sembra scoraggiare i tre, i quali, con le minacce di lanciarsi nel vuoto, tengono, a tutt’ora, in apprensione i parenti che a gran voce li esortano a scendere. I congiunti dei tre, bambini piccolissimi in braccio, ci raccontano di una situazione d’indigenza insostenibile e della loro disperazione che si evidenzia, in particolare, quando i piccoli, nel periodo del freddo inverno di quest’anno, sono stati presi da febbri bronchiali "abbiamo potuto curarli tra stenti e sacrifici – ci raccontano con le lacrime agli occhi – chiedendo aiuto ai parenti ed ai pochi amici che abbiamo. Vogliamo un aiuto dall’Amministrazione Comunale". Per dovere di cronaca, rileviamo la diffidenza rivolta verso noi giornalisti, rei, a loro dire, di non raccontare la verità, quella verità che modestamente, senza fronzoli e nel rispetto delle regole deontologiche, crediamo di aver rappresentato nella sua sintesi. In piazza, sorrisini ironici e battute di poco stile. Chiudiamo con una nostra personale riflessione: “L’indifferenza è arma dolorosa e offensiva ed è spesso il modo migliore per manifestare disprezzo”. Tutto questo risulta molto strano, a nostro avviso, in una città che si professa devota al Santissimo Crocifisso e che si accinge ad entrare nel piano dei festeggiamenti a Lui dedicati.

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