Monreale, i posteggiatori "abusivi" ripuliscono l'area verde di via Candido

Simone Marchese

Cronaca

Monreale, i posteggiatori "abusivi" ripuliscono l'area verde di via Candido
Hanno rimosso erbacce e rifiuti abbandonati ed ogni giorno spazzano i marciapiedi. "Lo facciamo per Monreale"

18 Gennaio 2016 - 00:00

Precisiamo subito una cosa: siamo contro tutte le forme di illegalità. Comprese quelle dei posteggiatori abusivi. Ma a Monreale, precisamente nel parcheggio di via Candido, appena sopra la Circonvallazione, ci sono due posteggiatori, abusivi, che non si limitano a pretendere l’obolo per “guardare la macchina”. Anzi, al contrario, non pretendono nulla ed, in più, stanno ripulendo tutta l’area verde comunale che era diventata un disastro. L’erba è stata falciata a regola d’arte, sono stati raccolti vari rifiuti abbandonati, i marciapiedi adesso vengono spazzati quotidianamente e sono stati rimossi anche i rovi che ostruivano il passaggio dei pedoni sul marciapiede. Persino gli escrementi di cane sono spariti. A curare l’opera di pulizia, i due posteggiatori che stano tentando una sorta di riscatto sociale. Spesso e volentieri visti di cattivo occhio dagli automobilisti, approfittatori che minacciano danni alle vetture, chiedono qualche euro in cambio di un servizio inesistente a volte pretendendolo. Qui, lo scenario è ben diverso: i parcheggiatori si sono armati di scopa, paletta, rastrello ed “olio di gomito” e si dedicano al parcheggio di via Candido, spesso trascurato e luogo di abbandono rifiuti, rendendolo un posto decisamente più curato e pulito grazie alla loro piccola azione quotidiana guidata dal buon senso civico. In queste sere in cui è mancata la luce in via Venero ed in tutta la zona, grazie all'ausilio di torce a led, hanno accompagnato i pedoni all'interno del parcheggio totalmente al buio, garantendo un minimo di sicurezza. Vittime della disoccupazione e della difficoltà a trovar un qualsiasi tipo di impiego, anche part-time, confessano di non pretendere nulla dagli automobilisti e che non si permetterebbero né ora né mai di vandalizzare le loro auto in caso di mancato pagamento, confidando solamente in qualche gentile offerta donata. A questo punto hanno ritenuto più che opportuno, quanto doveroso, impiegare buona parte dei loro proventi all’acquisto di materiali atti al mantenimento della pulizia del piazzale e del giardino chiedendo anche la possibilità di un allaccio alla rete idrica per tenere regolarmente innaffiati gli alberelli piantanti ed abbandonati sullo stesso appezzamento di verde, che vittima del disinteresse e dell'inciviltà rischia puntualmente di divenire un discarica a cielo aperto. IL COMMENTO DEL DIRETTORE Confesso che quando il collega mi ha proposto questo articolo, ero un po’ scettico. Immaginavo: cosa penseranno i lettori di noi, dopo che avremo dato spazio a degli “abusivi”? Ma, come avete letto, Simone Marchese racconta una storia che va letta in maniera diversa. Ovviamente, manteniamo l’anonimato sui due parcheggiatori. Come ben sapete, è la nostra filosofia e la nostra linea editoriale. La “notizia” prescinde dai nomi. Non facciamo giornalismo “tanto per” per dirla con la frase di qualcuno riferita chiaramente a noi. Ma valutiamo SEMPRE tutte le possibili conseguenze, sia per i lettori, che per i protagonisti della nostra notizia. In questo caso, abbiamo deciso di raccontare questa storia che dà speranza ad un’intera comunità. Di due persone che non si compatiscono a casa, non si recano dal sindaco sbattendo i pugni sulla scrivania e pretendono un lavoro, ma si armano di inventiva e fanno del bene alla collettività. Ok, direte voi, il posteggiatore abusivo non è un mestiere. Ed avreste anche ragione. Ma in questo caso, a noi sembra il punto di partenza per una nuova vita di questi uomini. Che in cambio di pochi spiccioli hanno ripulito un’area verde che così pulita non lo era stata mai. Allora è proprio da queste persone che dovrebbe ricominciare Monreale. Da chi ha veramente a cuore la propria città. Perché “se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto”, diceva il Beato Pino Puglisi. E se imparassimo da chi ha deciso di donare un servizio alla collettività in cambio di qualche spicciolo, forse staremmo qui a parlare di altro…

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