Rosario Lo Cicero

Cronaca


Il fratello Massimo ha pubblicato un libro dove si raccontano fatti e circostanze che sembrano tingere di "giallo" la morte dell´Arcivescovo

18 Gennaio 2016 - 00:00

Il 29 settembre 2006, mentre un folto numero di amici ed appassionati d'Arte, tra i quali io e tutta la mia famiglia, lo attendevamo, sul loggiato della Chiesa di San Gaetano, da lui stesso fatta riaprire dopo decenni di chiusura forzata, ci giunse la notizia della sua inattesa morte. Monsignor Cataldo Naro, nostro caro e indimenticabile amico, ci lasciava per sempre, a causa di un grave problema cardiaco. Si formò nel Seminario di Caltanissetta e completò gli studi teologici a Napoli per poi passere a quelli storici, svolti nell'Università Gregoriana di Roma. Direttore dell'Archivio Storico Diocesano e Preside dell'Istituto Teologico "Guttadauro", dove insegnò storia ecclesiastica. Contemporaneamente insegnava anche a Palermo nella "Facoltà di Teologia di Sicilia", della quale fu preside dal 1996 al 2002. Nel 1983, fu tra i fondatori del "Centro Studi Cammarata" di San Cataldo e ne rivestì la carica di Direttore per un ventennio. Dal 1997 al 2002 fu consulente del Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della CEI e dal 1998 al 2004 membro del consiglio di amministrazione di "Avvenire". Fondò a Monreale il "Centro Studi Intreccialagli" e fu "Delegato della CESI" per l'educazione cattolica, la cultura, la scuola e l'Università. Fu Presidente Nazionale della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali e Vice Presidente del comitato del "IV Convegno Eccleastico" di Verona. Pubblicò diversi libri, saggi e articoli di rilevanza storica, riguardanti la spiritualità e gli aspetti socio-religiosi della Chiesa siciliana ed italiana. Nel 2005, proprio a Monreale, cittadina nella quale si era insediato quale Arcivescovo, avviò un progetto pastorale su "Santità e Legalità", volto alla resistenza ed alla lotta alla mafia. L'Osservatorio per lo sviluppo e la legalità "Giuseppe La Franca", gli conferì nel 2008, il premio postumo "Obiettivo Legalità" ed in quell'occasione Monsignor Vincenzo Paglia, Vescovo delle Città umbre di Terni – Amelia – Narni, tenne una lectio magistralis riguardante l'opera e la figura di Monsignor Cataldo Naro. Conservo di Monsignor Cataldo Naro, un ricordo dolcissimo ed ancor oggi ne rammento la grande cultura, mai ostentata e sempre proposta con semplicità e grande umanità. Mi mancano colloqui ed i consigli che sapeva darmi e le visite improvvise che ci faceva, sempre preceduto da una telefonata. Non posso tralasciare e dimenticare che Monsignor Cataldo Naro, saputo di alcune lettere anonime da me ricevute a Monreale, volle incontrarmi per darmi la sua solidarietà. Ricordo ancor oggi cosa disse in quell'occasione in presenza di mia moglie, ma conseverò per me questo "segreto". Il fratello di Monsignor Naro, Massimo, sacerdote e docente della Facoltà di teologia Siciliana, ha pubblicato un volume dal titolo "Sorpreso dal Signore". Il libro raccoglie un saggio esplosivo di Francesco Mercadante, professore emerito de "la Sapienza" di Roma. In questo si raccontano fatti e circostanze che sembrano tingere di "giallo" la morte dell'Arcivescovo: dalle lettere anonime ricevute, una delle quali così recitava "il Vescovo non ha ancora fatto la fine di Peppino Impastato, ma ci sono tutte le premesse"; alle minacce ed alle ipotizzate congiure; dai carteggi con il Vaticano agli oscuri presagi; dai "taciti patti" tra il predecessore Arcivescovo di Monreale Monsignor Salvatore Cassisa ed il potente Cardinale Re, Prefetto della Congregazione dei Vescovi. Mercadante analizza la deprecabile aggressione subita a Cinisi da Monsignor Cataldo Naro il 9 giugno del 2005. La causa dell'aggressione messa in atto da un gruppo di "fedeli" mai identificati, avvenuta sul sagrato della Chiesa di Santa Fara, i quali si opponevano al trasferimento del parroco Nino La Versa, disposta dallo stesso Arcivescovo di Monreale. È sempre lo stesso Marcadante che analizza i ritardi dovuti all'intervento del sistema di protezione, nonostante le ripetute telefonate e la mancanza negli atti dei nomi degli aggressori poichè sembrano mancare gli atti stessi. Mercadante ha poi ritrovato e pubblicato una lettera inviata da Monsignor Salvatore Cassisa a Monsignot Re, in questa egli scrive "Qui a Monreale, Naro non è al posto giusto, si cerchi un'altra sede, si provveda dall'alto. Dietro a quella tenda sto nascosto, ma vigile, faccio finta di non sentire e non vedere, ma il mondo è piccolo. Ed ora sono io ad escludermi da ogni anche minima corresponsabilità residua, alla luce degli ultimi eventi", queste ultime frasi, riferite proprio all'aggressione di Cinisi dove, sempre Mercadante, ritiene si celi il sottile filo che conduce alla morte di Monsignor Naro. C'è poi una lettera inedita, pubblicata nel libro, nella quale ad un certo punto, Monsignor Cataldo Naro, scrive: "Io temo che il Cardinale Re stenti a considerare che nella mia diocesi sono comprese capitali della mafia…". Monsignor Cataldo Naro riposa oggi nella Chiesa Madre del suo paese d'origine, San Cataldo, in provincia di Caltanissetta ed accanto a lui, le tombe di Monsignor Alberto Vassallo Nunzio Apostolico nella Germania degli anni '30 e della Serva di Dio Marianna Amico Roxas.

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