La crisi dei licei classici: “Ma non date la colpa al Latino e Greco”

Maria Rosaria Bonanno

Regione

La crisi dei licei classici: “Ma non date la colpa al Latino e Greco”
Se ne parla ad Acireale. C'era anche una delegazione del Basile di Monreale

13 Gennaio 2016 - 10:44

“È necessario che si istituisca un comitato per le lingue classiche di rilevanza nazionale ed internazionale, che sia riconosciuto dal Ministero della Pubblica Istruzione e da tutti”.

È con questa affermazione che Rocco Schembra, docente del Liceo Classico Gulli e Pennisi di Acireale e coordinatore dei lavori, ha aperto la tavola rotonda nazionale organizzata dal Liceo, che ha visto la partecipazione di numerosi docenti e dirigenti scolastici provenienti da tutta Italia, compresa una delegazione del Liceo Classico Basile di Monreale, unica proveniente da Palermo, “capitanata” dalla professoressa Rosaria Cicatello.

Perchè questa crisi del Liceo Classico? Perchè ancora una volta sul banco degli imputati si trovano il Latino e il Greco? Sarebbe facile dare la risposta che sono materie obsolete, o addirittura “lingue morte” ma è troppo semplice, per non dire banale e riduttivo. Il problema effettivamente esiste, è vero che è coinciso con una crisi economica e culturale senza precedenti ma nell’attesa che il nostro Governo si renda veramente conto del pericolo conseguente all’impoverimento culturale incalzante è necessario che ci si rimbocchi le maniche e si avanzino delle proposte. E proprio Schembra avanza l’idea di creare una nuova materia, lingua e cultura classica, da inserire nella scuola media, iniziando così a veicolare tali materie attraverso una prospettiva antropologica attraverso i docenti abilitati a questo tipo di insegnamento, cosa possibile anche con la nuova legge 107.

“Ciò – continua Schembra – permetterebbe anche di dare ai giovani docenti la “pedagogia dell’insegnamento”, cosa che manca nella scuola italiana, come sostiene anche Umberto Eco”. Altra osservazione del docente è che il Liceo Classico ha da sempre uno stretto rapporto con il territorio, rapporto che però in questi ultimi anni si è un po’ perso e quindi occorre che si esca dalle scuole, si vada nei teatri, nelle piazze e fra la gente a “drammatizzare” i testi così da fare innamorare i giovani della cultura classica.

Secondo relatore è stato Carmelo Crimi, docente di Storia Bizantina dell’Università di Catania, intervenuto alla tavola rotonda per dare il suo contributo di memoria personale, sebbene il Liceo Classico degli anni ’60 era ben diverso da quello di oggi, attraverso la storia di un personaggio dell’ottavo secolo d. C. nato a Costantinopoli, Leone il Filosofo.

Il terzo relatore, Mauro Tulli, presidente della Consulta Universitaria del Greco, parte da un testo di Martha Nussbaum, filosofa statunitense, per esprimere una critica molto severa al sistema dell’Istruzione attraverso il concetto di “Not for profit”: non è accettabile il passo indietro imposto alla cultura umanistica dal sistema del profitto a tutti costi, dalla produttività che deve muovere il mercato, poichè è essenziale comprendere che la componente di gratuità è un investimento fondamentale, per quanto lungo nel tempo. Difatti la Nussbaum, nella sua visione essenzialmente aristotelica relativa al piano morale del rapporto con l’individuo, prende ad esempio il filosofo Socrate e la sua concezione della coscienza critica della realtà.

Un’altra proposta avanzata da Tulli è che la formazione umanistica riesca a permeare anche gli studi elementari, così da cominciare a fornire ai bambini una fondamentale preparazione nelle strutture di base, non necessariamente nelle lingue ma anche nella matematica.

Il professore conclude poi il suo intervento sottolineando come i ragazzi formati sul Latino e Greco hanno sempre successo anche in altre discipline, hanno un “motore più energico” rispetto agli altri, una coscienza dell’io alla base per qualsiasi forma di sviluppo e la coscienza etica più alta oggi immaginabile in Europa.

Quarto intervento è quello di Mario Capasso; Presidente nazionale Aicc (Associazione Italiana Cultura Classica), il quale sostiene che “bastano le poesie di Lucrezio, Virgilio e Catullo per ricordarci l’amore e i passi di Tacito per ricordarci delle miserie umane”, al quale segue l’intervento di Michela Ursino, Archeologa ed ex insegnante, che sottolinea come oggi sia ancor più importante recuperare nei giovani le competenze della cultura di base, specialmente se  scelgono una carriera nel campo dei beni culturali.

Se Alfio Pennisi, dirigente scolastico del Liceo Classico “Nicola Spedalieri” di Catania nel suo intervento cita fatti di cronaca per illustrare il suo concetto di democrazia, Gabriella De Angelis, dirigente scolastico della Regione Lazio, con la provocazione “Classici contro” sostiene che se pure è necessario adeguarsi alla “modernità” è altresì importante fare delle rinunce, scegliendo la “lentezza” da contrapporre alla “velocità” di oggi, utilizzando la didattica innovativa senza però snaturare la complessità dei classici, utilizzando, ad esempio, anche percorsi tematici e modificando la seconda prova degli esami nel senso di contestualizzarla alle altre competenze ottenute dai ragazzi.

Ultimi due interventi quello di Caterina Carpinato, docente di Neogreco dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che parte dal libro Di Salvatore Settis “Futuro del classico” e ricorda che in verità Leopardi “voleva fare il filologo e non il poeta” e Carla Guetti, del ministero dell’Istruzione, che oltre a parlare delle tante iniziative promosse per rilanciare il Liceo Classico illustra una serie di dati significativi: il trend in netta discesa delle iscrizioni al Classico, scese dal 2010 al 2015 dal 10 al 5,8% , ancor più evidente se si considera che dagli anni ’90 ad oggi la popolazione scolastica della scuole superiori è aumentata e si diploma il 90% degli iscritti e se pure ammette che si, la crisi del classico è ben evidente, la “colpa” non si può attribuire solo al Latino e al Greco ma anche all’apprendimento di altre discipline attraverso la didattica della filosofia, della matematica come della fisica o della geostoria.

La tavola rotonda si conclude nel tardo pomeriggio con la costituzione di un forum e una mailing list delle scuole partecipanti al fine di produrre documenti di indirizzo da inviare al più presto al Miur e con l’appuntamento a Milano, dove a fine Aprile si terrà un altro importante convegno sui Licei Classici.

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