Quando dichiarare la propria fede costa caro: l’esperienza di Luca Toni

Rosario Lo Cicero

Dall'Italia e dal Mondo

Quando dichiarare la propria fede costa caro: l’esperienza di Luca Toni
Il fisco tedesco ha chiesto all'attaccante 1,7 milioni di euro perchè cattolico

26 Marzo 2015 - 15:00

Professare una fede religiosa, a volte, può costar caro. Vi raccontiamo quanto sta capitando a Luca Toni, indimenticata attaccante del Palermo, della nazionale italiana, poi passato nelle file del Bayern di Monaco, compagine tedesca, con la quale ha militato dal 2007 al 2010 ed oggi in forza al Verona.

L’intramontabile Luca, oggi 37enne, nel periodo della su militanza nel club tedesco, al momento di stilare la dichiarazione dei redditi, non espresse, nel 2007, alcun indirizzo. Nel 2008, invece, spuntò la voce “cattolica” e così fece nel biennio 2009/2010. In Germania, per legge, è necessario, una volta espressa la propria fede, dare un contributo. Così Toni si è visto chiedere 500 mila euro l’anno, ai quali si aggiungono 200 mila euro d’interessi, per un totale di 1,7 milioni di euro.

L’attaccante imputa le responsabilità alla sua ex commercialista, la quale, a sua volta, le scarica sulla ex squadra di Luca. Il Bayern, dal suo canto, aveva proposto un accordo basato sul pagamento di 500 mila euro procapite, ma, sia Toni che la commercialista hanno rifiutato e così ieri, l’attaccante italiano, è apparso davanti alla Corte d’Appello di Monaco di Baviera che ha rinviato tutto ad un processo che si aprirà il prossimo 15 luglio.

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