Le “piaghe” di Monreale: dai rubinetti non fuoriusciva più acqua…

Sergio Calderaro

Dal paese di Frodo

Le “piaghe” di Monreale: dai rubinetti non fuoriusciva più acqua…
Il nostro Sergio Calderaro continua la sua analisi di vecchi documenti...

16 Dicembre 2014 - 13:00

Continua il racconto di Sergio Calderaro sulle “Piaghe che affliggono” Monreale, un po’ sulla scia di quelle bibliche. Dopo la buca assassina e le tenebre, arriva la “trasmutazione dell’acqua in sangue”. Scopriamo di cosa si tratta

Continuando  nella ricerca che, non vi nascondo, diventa sempre più angosciante delle piaghe di Monreale una che colpisce in modo veramente raccapricciante è quella nota come “trasmutazione dell’ acqua in sangue”. Ma vediamo come viene raccontata da un abitante del paese in un documento scritto di suo pugno.

Era l’ inizio del mese ottavo (presumibilmente Agosto) e si andava configurando un ben strano fenomeno che colpiva tutti li prese e li rubinetti de l’aqua “( non è linguaggio sconosciuto è che chi scriveva era proprio ignorante, nda ) . “Da li  menzionati rubinetti e da li prese fuoriuscivasi non liquido aqueo ma poltiglia ributtante di male odori mefitici di colore cangiante tendente al cruento”. In altre più accessibili parole: dai rubinetti non usciva più acqua incolore  e trasparente ma una schifezza maleodorante che sembrava accostarsi di più al sangue. Pare che infatti fosse di colore rossastro e di una viscosità ben lontana da quella normale dell’ acqua. A peggiorare la cosa pare che l’ odore di questo liquido semidenso fosse più simile alla candeggina. Questo bastava per scatenare orride visioni di sotterranee fognature portatrici di fetide acque nere che in qualche misterioso modo venivano in contatto delle tubature dell’ acqua da bere, introducendosi (le acque nere ) nel corso principale delle più tenere e ingenue acque bianche, e subdolamente ma inesorabilmente sostituendosi ad esse. Si chiamava allora l’Asp (si suppone abbreviazione di Aspide, forse un sacerdote misterioso del tempo) che certamente sapeva come provvedere. Di seguito vi descriviamo sommariamente il rituale. L’ Asp dichiarava intanto imbevibile l’ acqua (ma questo già i cittadini “a ciavoro e tasto” lo avevano capito), poi diceva che solennemente avrebbe provveduto. Il testimone parla di misteriose pratiche (i prelievi  di acqua) effettuati un po’ qua un po’ là. Poi, trascorso un tempo imprecisato ed aver effettuato altri riti complessi e segreti, dopo che L’Asp aveva detto che si poteva bere di nuovo, l’ Amministrazione faceva una dichiarazione che tutto era miracolosamente tornato a posto.  Riferisce il nostro testimone che “diversi voti L’ Asp era intervenuta” con queste pratiche misteriose e che sempre il problema si era risolto.

A margine dello scritto il Nostro scrive: “Ma poi picchì continua a verificarisi sempre e in ogni mumentu ad muzzum? E si così è, picchì l’Asp o u Signuruzzu non lu risolvi una vota pi tutti?

Erano quelle Ingenue osservazioni di vecchio ignorante.
Ti sei perso una “Piaga”?
Leggi la prima, sulle buche “assassine” in questa pagina
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