La confisca nei confronti di Salvatore Bisconti e Giacinto Di Salvo
Secondo gli investigatori fin dagli albori della sua attività è stato “a disposizione” di “Cosa Nostra”
Confiscate anche alcune società con sede a San Marino e Londra
Dichiarata l'irrevocabilità della confisca e il patrimonio, è entrato a far parte del patrimonio dello Stato
Grazie al sostegno della mafia era riuscito ad aggiudicarsi il mercato del gioco sul territorio palermitano
Avevano favorito la latitanza del boss Bernardo Provenzano ed affermato il proprio potere sul territorio
Sigilli ad un panificio nel cuore del quartiere della "Noce" e a due immobili siti nel quartiere dello "Sperone"
Sigilli ad attività commerciali, immobili, auto e conti correnti
Tra i fiancheggiatori della latitanza del boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano
Il suo negozio di detersivi in via dell'Orsa Minore era diventato un punto di riferimento e piazza di spaccio