Sono stati ricordati questa mattina con una cerimonia l’agente scelto Antonino Agostino e della moglie Ida Giovanna Castelluccio assassinati dalla mafia 36 anni fa. Alla presenza di Autorità Civili e Militari e dei parenti delle vittime, presso la stele commemorativa, sul lungomare “Cristoforo Colombo” di Carini, il Questore di Palermo Vito Calvino ha deposto una Corona d’alloro a nome del Capo della Polizia Vittorio Pisani. A seguire, è stata celebrata una Santa Messa presso la Cappella della Caserma “Pietro Lungaro”, officiata dal Cappellano della Polizia di Stato, Don Massimiliano Purpura.
Il 5 agosto 1989 Agostino, era a Villagrazia di Carini con la moglie Ida Castelluccio, incinta di due mesi per festeggiare i 18 anni della sorella al villino dei genitori sul lungomare Colombo, e per l’occasione aveva comunicato di aspettare un figlio. Verso le 19.40, prima di andarsene, i coniugi andarono dal vicino per fargli vedere l’album di nozze quando arrivò una moto con due persone che iniziarono a sparare. Antonino fece in tempo ad aprire il cancello e fare da scudo alla moglie. Colpito da vari proiettili morì all’istante. Ida urlò che stavano uccidendo il marito e da terra li affrontò “vi conosco”. Uno dei due le sparò al cuore. Al funerale erano erano presenti i giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Proprio Falcone disse al suo amico commissario Saverio Montalbano: “Io a quel ragazzo devo la vita”. Non si è mai scoperta la verità sull’omicidio.
Secondo una delle ipotesi Antonino Agostino stava indagando sul fallito attentato dell’Addaura al giudice Falcone del 21 giugno 1989, quando alcuni agenti di scorta trovarono su una spiaggia dell’Addaura un borsone contenente cinquantotto candelotti di tritolo. In quella stessa spiaggia si trovava la villa di Giovanni Falcone, obiettivo del fallito attentato. Agostino forse, aveva scoperto qualcosa di importante. Un altro filone indica come movente il fatto che egli avesse visto tutori dell’ordine, forse dei servizi segreti, in compagnia di mafiosi. Attualmente i mandanti e gli esecutori dell’omicidio di Agostino e della Castelluccio sono ignoti. Il papà di Antonino, Vincenzo Agostino, dal giorno dell’omicidio non si è più tagliato la barba come forma di protesta contro l’occultamento della verità sulla morte del figlio e della nuora. Infatti raccontò diverse volte che prima dell’omicidio del figlio ricevette la visita di due uomini, di cui uno biondo con la faccia butterata, che cercavano il figlio, qualificandosi come “colleghi”. A ottobre 2023 è stata confermata in appello la condanna all’ergastolo per il boss Nino Madonia, che ha scelto l’abbreviato e si è sempre dichiarato innocente. Il processo in ordinario a carico di altri due imputati, il boss Gaetano Scotto e un amico dell’agente ucciso, Francesco Paolo Rizzuto (che è accusato solo di favoreggiamento), è invece ancora in corso davanti alla Corte d’Assise.
Le dichiarazioni
“La nostra presenza qui, oggi, non vuole essere solo in ricordo ma anche di testimonianza, affinché si possa proseguire nella dignitosa ricerca della giustizia e della verità per tutte le vittime della mafia e i loro familiari”. Lo dice l’assessore regionale dell’Energia e ai servizi di pubblica utilità Francesco Colianni che, su delega del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, ha partecipato questa mattina a Carini, in provincia di Palermo, alla cerimonia per il 36esimo anniversario dell’omicidio dell’agente scelto della polizia di Stato Antonino Agostino e della moglie incinta Ida Castelluccio, organizzato dalla questura di Palermo presso la stele commemorativa sul lungomare Cristoforo Colombo”.
“È doveroso ricordare in modo concreto quest’uomo coraggioso che, assieme alla moglie – prosegue Colianni -, ha perso la vita per assicurare alla comunità l’affermazione dei diritti e il rispetto delle regole. Una ferita ancora aperta, visto che non sono mai stati individuati gli assassini. Un altro importante tributo va alla memoria del padre dell’agente, Vincenzo Agostino, che ha dedicato la sua vita alla ricerca della verità, costruendo con coraggio un percorso di memoria e impegno civile”. Alla commemorazione la Regione Siciliana era presente con un gonfalone.
“Ogni anno, nel ricordare l’uccisione per mano mafiosa di Antonino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, Palermo rinnova non solo il proprio dolore, ma anche l’impegno per la ricerca della verità. Antonino Agostino non è solo una vittima della mafia. È stato un servitore dello Stato che ha pagato con la vita uno sforzo silenzioso, ancora oggi avvolto da troppe ombre. La città non può permettersi di voltare lo sguardo. Le incertezze, le reticenze, le zone d’ombra attorno a questo duplice omicidio non sono ferite del passato, ma urgenze del presente. Perché una democrazia incompiuta è quella che smette di cercare la verità. Ai familiari, e in particolare nel ricordo del padre Vincenzo Agostino, simbolo incrollabile di memoria e dignità, va la vicinanza profonda di Palermo. La loro battaglia è anche la nostra”, ha detto il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.







