Palermo

Missione di Biagio Conte: “Ricostruiremo la chiesa di Santa Maria di Gesù”

Nell’esprimere la propria vicinanza e solidarietà ai fratelli minori, la “Missione di Speranza e Carità” di Palermo vuole dare il proprio contributo per ricostruzione della chiesa di Santa Maria di Gesù in cui c’erano le spoglie di San Benedetto il Moro, compatrono della città di Palermo.

Lo annuncia Giacomo Mirto della “Missione di Speranza e Carità”: “Metteremo a disposizione i nostri laboratori artigianali e la mano d’opera dei nostri fratelli artigiani per costruire ciò che è stato distrutto”. Commenta, invece, la vicenda Don Pino Vitrano, guida spirituale della comunità fondata da Biagio Conte e suo successore, ricordando l’enciclica di Papa Francesco “Laudato sì” che fa chiaramente riferimento a San Francesco D’Assisi, un esempio per chi, come fratello Biagio, ha deciso di spogliarsi dei propri beni terreni per vivere tra la natura e le altre creature di Dio. “La Missione farà la sua parte concreta per aiutare la comunità dei frati minori, a cui Fratel Biagio era molto legato, così come lo siamo tutti noi – precisa Don Pino Vitrano -. Ciò che è successo in questi giorni è veramente terribile per tutti, per fortuna in questo caso sono state salvate almeno le spoglie di San Benedetto il Moro, per il resto ci adopereremo tutti per ricostruire la chiesa di Santa Maria di Gesù.

“È bene ricordare che noi non abbiamo il diritto di causare tutto questo dolore alla natura e agli esseri viventi, come ha affermato anche Papa Francesco nella sua enciclica, in cui ricorda che la perdita di foreste e boschi implica allo stesso tempo la perdita di specie che potrebbero costituire nel futuro risorse estremamente importanti, non solo per l’alimentazione, ma anche per la cura di malattie e per molteplici servizi”.

“Ma non basta pensare alle diverse specie solo come eventuali “risorse” sfruttabili, dimenticando che hanno un valore in sé stesse – sottolinea ancora Padre Vitrano -. Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre. La stragrande maggioranza si estingue per ragioni che hanno a che fare con qualche attività umana. Per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio. Ricostruiamo quel paradiso perduto apprezzando ogni giorno la nostra vita e quella della natura che ci è stata donata come segno della bontà e della misericordia del Signore”.

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