A Monreale un bassorilievo in memoria del capitano D’Aleo, Bommarito e Morici

Redazione

Cronaca - L'anniversario

A Monreale un bassorilievo in memoria del capitano D’Aleo, Bommarito e Morici
Doppio appuntamento per ricordare le vittime dell'eccidio di via Scobar

13 Giugno 2023 - 12:57

In occasione del 40esimo anniversario dell’eccidio di via Scobar l’Arma dei Carabinieri celebra i suoi caduti, morti per aver tentato di porre un argine alle attività di Cosa nostra nel palermitano. Lo fa con un doppio appuntamento: prima nella stessa via Scobar, deponendo una corona di fiori nel luogo in cui Mario D’Aleo, Giuseppe Bommarito e Pietro Morici sono stati assassinati, quindi al Gruppo carabinieri di Monreale, con la scopertura di un bassorilievo nel salone d’ingresso in memoria dei tre. Sempre a Monreale, in memoria delle vittime è stata celebrata una messa al Duomo officiata dall’Arcivescovo Gualtiero Isacchi, il quale ha ricordato “Questi carabinieri si sono immolati come il sale della terra, con eroico sacrificio, per assicurare alla collettività un futuro migliore”. Alla commemorazione ha preso parte il Comandante generale dell’Arma Teo Luzi: con lui in via Scobar il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, il presidente del tribunale di Palermo Matteo Frasca, il questore di Palermo Leopoldo Laricchia e i familiari delle vittime. A Monreale ad accogliere le autorità il sindaco Alberto Arcidiacono, la giunta e il presidente del Consiglio Marco Intravaia.

Il Presidente della Repubblica, il 31 agosto del 1983, ha conferito la “Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Memoria” ai tre militari con la seguente motivazione: “Comandante e militari in servizio a Compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevoli dei gravi rischi cui si esponevano, con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo, svolgevano tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidati in un proditorio agguato teso con efferata ferocia, sacrificavano la loro giovane vita in difesa dello Stato e delle Istituzioni”.

Siamo qui per celebrare tre eroi dell’Arma – ha detto il comandante Luzi -. Tre eroi che andarono incontro alla morte in modo per certi versi consapevole, perché il quadro di riferimento in cui operavano era molto violento: il nostro dovere è ricordarli e dire ai familiari che non sono morti invano. In questi quarant’anni molte cose sono cambiate, c’è stato un cambiamento culturale importante per Palermo come anche per la Sicilia e l’Italia – ha aggiunto Luzi, – è fondamentale però non abbassare la guardia perché la battaglia nei confronti della criminalità organizzata, e soprattutto nei confronti di Cosa nostra, è ancora lunga”.

Alla cerimonia anche il deputato regionale di FdI e presidente del Consiglio comunale di Monreale Marco Intravaia, componente della Commissione regionale antimafia: “Sono trascorsi 40 anni dall’uccisione del capitano dei carabinieri Mario D’Aleo, insieme all’appuntato Giuseppe Bommarito e al carabiniere Pietro Morici – ha detto Marco Intravaia -. D’Aleo aveva raccolto con coraggio la pesante eredità del capitano Emanuele Basile, che l’aveva preceduto nella compagnia di Monreale, e fu trucidato senza pietà dalla mafia. È nostro dovere ricordare l’alto senso del dovere che lo spinse a mettersi sulla scia delle indagini del suo predecessore, pur conoscendone il rischio. La sua memoria sia da esempio per Istituzioni e cittadini che si battono perché trionfi sempre la legalità contro la prepotenza della criminalità organizzata”, ha concluso Intravaia

“Per noi familiari delle vittime è come se fosse tutto avvenuto ieri. Il tempo attutisce tutte le emozioni, dolore, rabbia e risentimento, ma adesso possiamo dire di essere più sereni”. Lo ha sottolineato Francesca Bommarito, sorella di una delle tre vittime dell’eccidio. La donna, che ha preso parte alla cerimonia ha ricordato come “quella di Giuseppe non è stata una morte casuale, sono gli atti giudiziari a dire che era proprio lui nel mirino della mafia in quanto da autista e collaboratore del capitano Basile aveva trasferito tutte le sue conoscenze al capitano D’Aleo: eliminandoli la mafia non ha ucciso solo loro, ma la memoria storica di Monreale”.

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