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Monreale, è di nuovo emergenza bocconi avvelenati, questa volta in una riserva

È di nuovo emergenza bocconi avvelenati nel territorio monrealese. E purtroppo questa volta la scoperta è avvenuta non in centro città, ma in una riserva naturale di Monreale. La riserva è quella di Ficuzza, al confine tra il Bosco di Ficuzza e quello del Cappelliere, sulla Sp26 all’altezza di Bivio Lupo. La denuncia arriva da Alessio Di Dino, volontario monrealese che da anni si occupa dei randagi che vivono sul territorio.

“Ciò che è accaduto in questi ultimi 2 giorni – spiega Di Dino – è qualcosa che ci fa rabbrividire. Non tanto per la vicenda terribile di per sé, quanto per l’indifferenza degli “addetti ai lavori”. Non tutti per fortuna. Nella tarda mattinata di ieri ci sono stati segnalati dei bocconi avvelenati, all’interno di una riserva naturale in territorio con competenze comunali di Monreale”.

A causa di questi bocconi avvelenati (carne con presumibilmente veleno in polvere di colore blu del tipo lumachicida), hanno perso la vita 2 cani che stazionavano da tempo nei pressi di un’azienda agricola. Cani per i quali era già stato avviato l’iter per la sterilizzazione e microchippatura, cani accuditi dall’azienda stessa. “Non sappiamo se i bocconi erano destinati ai cani o ai cinghiali – aggiunge Di Dino -. Di fatto ormai si parla più di cinghiali che di randagismo e, tra danni e lamentele varie, ognuno inizia a organizzarsi come meglio crede. Non è difficile trovare dalle nostre parti, trappole per cinghiali (lazzuoli) atte a impedire l’accesso a terreni in concessione o privati. D’altronde soltanto un gruppo di geni poteva mettere in atto un ripopolamento di cinghiali in una riserva dove il predatore non esiste da decenni”.

Immediatamente dopo la scoperta, i volontari hanno attivato le procedure comunali per fare intervenire la polizia municipale, fare bonificare la zona e segnalare la possibile presenza di sostanze tossiche/velenose tramite cartellonistica.  attivare il servizio tramite Asp per trasferire gli animali e le esche all’Istituto Zooprofilattico per le analisi.

“La polizia municipale non pervenuta – racconta ancora Di Dino – . Abbiamo quindi attivato il servizio Asp tramite i carabinieri e una serie di rimpalli tra stazione e 112. L’Asp competente (che ringraziamo di cuore per la tempestività), ha immediatamente previsto il trasferimento e l’ingresso all’Istituto Zooprofilattico, comunicando al comune di competenza la possibilità di rischio per animali, persone e ambiente. Ma è stato praticamente impossibile reperire il Comune. Abbiamo quindi bonificato noi la zona (con l’allevatore) e, abbiamo messo per la notte in sicurezza i cadaveri dei cani, per evitare che venissero mangiati dai cinghiali, gazze, volpi o provocassero rischio di contaminazione all’interno della riserva”.

“La mattina seguente abbiamo trasferito i cadaveri dei cani all’Istituto dopo aver recuperato la documentazione all’Asp competente, consegnandoli insieme alle esche avvelenate. Abbiamo provveduto a segnalare alla Forestale e ad alcuni avventori del bosco (una famiglia con un bellissimo bambino che gattonava) che in quel luogo potrebbero esserci altre esche avvelenate e/o la presenza di contaminazione. Sono trascorse 24 ore. Domani (oggi per chi legge) inizia il fine settimana e le famiglie si godono una bella giornata in bosco, in una riserva naturale. Il Comune di Monreale ancora non pervenuto. Noi il nostro lo abbiamo fatto. Abbiamo anche fatto ciò che non ci apparteneva. Ringraziamo di di cuore il servizio veterinario Asp che ci ha permesso di concludere la prassi per la consegna dei cani considerando il fine settimana e l’impossibilità di tenere due cadaveri per altri 2 giorni con queste temperature. Ringraziamo i carabinieri di Monreale e il Corpo Forestale. Il Comune di Monreale lo ringraziamo un po’ meno”, hanno concluso i volontari.

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