Mafia, oro rubato e fuso in lingotti, così i boss facevano affari: cinque arresti

Redazione

Palermo - Il blitz delle Fiamme Gialle

Mafia, oro rubato e fuso in lingotti, così i boss facevano affari: cinque arresti
La società palermitana, che avrebbe agito da collettore finanziata sul nascere dai boss

21 Aprile 2022 - 09:47

L’oro proveniente da furti e rapine veniva prima fuso e poi consegnato in lingotti agli imprenditori compiacenti. Così i boss di Porta Nuova a Palermo facevano affari, imponendo un controllo capillare sulle attività di riciclaggio e ricettazione dei metalli preziosi provento di furti.

È quanto emerge dall’indagine dei finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria, che, in collaborazione con il Comando provinciale di Palermo, hanno eseguito stamani cinque misure cautelari a carico di altrettanti indagati, accusati di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, riciclaggio, ricettazione ed estorsione aggravati. L’oro, acquistato in totale omissione degli obblighi antiriciclaggio, fiscali e di pubblica sicurezza e con la presunta consapevolezza della sua origine delittuosa (furti e rapine), in una prima fase sarebbe stato sottoposto a un processo di fusione per essere poi ceduto ad altri operatori del settore sotto forma di lingotti/verghe.

“Successivamente, per ridurre i rischi e di dare una parvenza di legalità alle grandi quantità di oro movimentato – spiegano gli investigatori delle fiamme gialle -, gli imprenditori si sarebbero serviti di esercenti l’attività di ‘compro orò, rispetto ai quali sarebbero emersi gravi indizi di reato in ordine all’emissione di false fatture di vendita”. Sono in corso numerose perquisizioni. La società palermitana, che avrebbe agito da collettore di grandi quantità di oro rubato e che sarebbe stata finanziata sul nascere dall’allora reggente della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, nel triennio 2016-2018 ha dichiarato operazioni di cessione di oro per oltre 2,19 tonnellate, per un controvalore di oltre 75 milioni di euro.

Successivamente, al fine di ridurre i rischi e di dare una parvenza di legalità alle grandi quantità di oro movimentato, gli stessi imprenditori si sarebbero serviti di “compro oro”, rispetto ai quali sarebbero emersi gravi indizi di reato in ordine all’emissione di false fatture di vendita. Disposto anche il sequestro di 5 imprese attive nel settore del commercio dell’oro, nonché di somme di denaro, oro, disponibilità finanziarie, beni mobili registrati, immobili e aziende nella disponibilità di 27 indagati, fino alla concorrenza di circa 5 milioni di euro.

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