Lacrime e commozione, l’ultimo saluto alla piccola Antonella

Redazione

Palermo - La bimba morta per una sfida su TikTok

Lacrime e commozione, l’ultimo saluto alla piccola Antonella
Oggi i funerali della bimba di 10 anni che giovedì scorso è morta stringendosi la cintura di un accappatoio al collo per una sfida su TikTok

26 Gennaio 2021 - 12:54

“Siamo attoniti. Accanto al corpo senza vita di Antonella. La vita le è stata rubata. Una bambina di dieci anni. Nello strazio del papà, della mamma, delle sorelline. In uno strazio che è il nostro, davanti a questo vuoto tragico. Sembra impossibile. Sembra un sogno dal quale abbiamo fretta di svegliarci. Ma non è così. Antonella è qui, con il suo corpo consegnato troppo presto, troppo prematuramente a Colui che è il Padre di tutti. E quanta voglia abbiamo di gridare a Lui, che è Padre: ‘Perchè?’. Antonella era così piccola, così indifesa”.

Così l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nell’omelia per i funerali di Antonella Sicomero, la bimba di 10 anni che giovedì scorso è morta stringendosi la cintura di un accappatoio al collo per una sfida estrema da pubblicare con un video sul social network TikTok. Il rito funebre è stato celebrato nella chiesa della Magione, nel capoluogo siciliano, dove il prossimo maggio Antonella avrebbe fatto la prima comunione.

“Cercava forse degli amici per cominciare il suo viaggio, il viaggio di ogni bambino, di ogni bambina, dalla casa al mondo – ha aggiunto il vescovo -. Amici, amiche, per fare questo passaggio così difficile e pieno di fascino. Ha trovato amici sprovveduti e, forse – ipotesi crudele -, anche qualche adulto pronto a strumentalizzare questo desiderio. Non possiamo non dircelo stamattina e lo dico anzitutto a me stesso: la morte di Antonella è – lo diventi! – per noi tutti un monito e un’implorazione. Lo sappiamo. Questa pandemia ha reso i nostri ragazzi più fragili, più impauriti. Vogliono diventare adulti, vogliono crescere da soli senza genitori, per sentirsi grandi. E i genitori, a volte, si sentono a disagio, perchè i figli non vogliono più essere bambini, vogliono prendere il volo, sganciarsi, malgrado la fragilità, malgrado la paura”.

“In questi giorni della pandemia – ha sottolineato, monsignor Corrado Lorefice – la solitudine, la depressione, lo smarrimento sembrano travolgerci. Siamo chiamati ad ascoltare la fatica, il disagio dei giovani, dei più piccoli. Facciamolo insieme. Dobbiamo affiancare e sostenere i genitori per facilitare il passaggio, per aprire la via, per allontanare l’angoscia. Siamo di fronte ad un’emergenza. Il nostro futuro, la nostra terra hanno bisogno di ragazzi, di giovani buoni, belli come Antonella. Ma nessuno li deve illudere, confondere, sedurre. Per questo leviamo insieme la nostra voce, ci appelliamo e imploriamo. Che la scuola sia lo spazio vitale di giovani e di adulti capaci di accompagnare i ragazzi nel mondo! Che gli amici siano veri, siano compagni di strada e di avventura, con quella letizia e quella forza che vengono dal corpo che scopre e che cresce nel mondo! Che la Chiesa – la comunità dei discepoli del Signore Gesù – diventi colei che si fa carico di questa umanità ferita, facilitando l’incontro con il Cristo, l’Amico che fa diventare adulti, che apre le strade della vera maturità e dell’amore”.

Il vescovo di Palermo ha sottolineato, nel corso della sua omelia, la generosità dei genitori di Antonella, che hanno donato gli organi della bambina: “Voi credete e avete creduto nella forza dell’amore, nella bellezza del donare. Perchè viene la morte, ma l’amore non finisce. Viene la morte, ma la vita non è sconfitta per sempre”, ha detto monsignor Corrado Lorefice.

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