Palermo

Edilizia, a Palermo un anno da dimenticare fra pandemia, burocrazia e lavoro nero

Un 2020 difficile, quello per il settore edile. Non bastasse la crisi economica degli ultimi 10 anni, la pandemia Covid ha annientato quella timida ripartenza che faceva ben sperare, per la definitiva ripresa dell’edilizia Palermitana. A tracciare un bilancio per il settore delle costruzioni è il segretario generale della Feneal Uil Tirrenica di Messina e Palermo Pasquale De Vardo. “Con la pandemia – spiega Pasquale De Vardo – oltre il 90% delle imprese edili ha fatto ricorso alla cassa integrazione e nel 2020 abbiamo registrato quasi 2.000.000 ore di cassa integrazione per Covid”.

Nella provincia di Palermo, emerge come nel primo bimestre del 2020, ante Covid-19, sembrava si fosse avvertita una timida inversione di tendenza a differenza degli anni precedenti, con un segno più alla voce lavoratori occupati, che faceva registrare oltre 8.000 addetti edili dichiarati in Cassa Edile, mentre le imprese edili attive ed operanti su tutto il territorio provinciale sempre nel 2020 sono state oltre 2000. Dati lontani dagli anni d’oro del settore, ma comunque indicativi di una concreta ripresa, salvo crollare drasticamente a causa della funesta pandemia.

Quasi la totalità delle imprese ha aderito alla Cassa Integrazione e poco meno di 500 medio piccole imprese, non essendo strutturate come i colossi del settore, hanno scelto di chiudere definitivamente i battenti, lasciando di conseguenza disoccupati oltre un migliaio di lavoratori, “Questi dati – continua De Vardo – sono drammatici: molti sono i lavori finanziati, appaltati e fermi a causa delle più incredibili e svariate pastoie burocratiche. Molti sono i cantieri che non riescono a partire a pieno regime”.

“Palermo ha fame di sviluppo economico e sociale, sviluppo che deve passare obbligatoriamente dalla infrastrutturazione del nostro territorio, è l’assenza di progettualità, che frena lo sviluppo del territorio e qui la politica ha gravi responsabilità. Il più delle volte la mancata progettazione contribuisce alla perdita di finanziamenti, in quanto molti uffici tecnici sono carenti di personale e sprovvisti di figure competenti per la realizzazione dei progetti. Molti tecnici hanno incarichi e si occupano solo di ordinaria amministrazione, trascurando la progettazione di opere straordinarie, che possono essere senz’ombra di dubbio risorse per il nostro territorio”.

Le speranze del settore passano dalla sburocratizzazione delle procedure di aggiudicazione e inizio lavori e anche da i Bonus messi in campo dal governo. “A Palermo – dice il segretario della Feneal Uil De Vardo – sono partiti i primi cantieri che utilizzano il superbonus del 110% auspicando che diventi strutturale e venga allargato ad un maggior numero di tipologie di edifici. La proroga del superbonus fino al 2023 comporterebbe un incremento degli interventi di ristrutturazione degli immobili, di efficienza energetica ed antisismici. La proposta : la pandemia passerà ma noi dobbiamo preparare un nuovo inizio per il bene comune di tutto il settore, costituire un tavolo tecnico composto da tutte le parti sociali presso la Prefettura per evitare che milioni di euro disponibili vadano persi e per combattere la piaga del lavoro nero. Nei cantieri, sia privati che pubblici, vi è una grandissima elusione contrattuale e quasi il 70% dei lavoratori è in nero, ciò significa che in media un lavoratore in nero è presente in ogni cantiere – conclude De Vardo – questo è il dato più drammatico di tutti, quello che va immediatamente invertito per il bene comune la sicurezza la legalità e la dignità di ogni lavoratore, ma anche a garanzia delle imprese sane del territorio, che per anni sono state il vero tessuto economico di questo settore”.

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