Il marito in carcere anche per omicidio, lei percepisce il Rdc: denunciata

Redazione

Regione - Carini

Il marito in carcere anche per omicidio, lei percepisce il Rdc: denunciata
Scoperto anche un altro furbetto della card, lavorava in nero nella ditta del fratello

16 Novembre 2020 - 09:34

La guardia di finanza di Carini, ha denunciato due persone che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza. Nel primo caso F.S. (classe 91), risultata residente a Terrasini, sin dal mese di aprile del 2020 ha omesso di indicare nella prescritta richiesta inviata all’Inps che il proprio coniuge C.D.L.D. (classe 85), gravato da innumerevoli precedenti penali, tra cui omicidio doloso, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, rapina aggravata, rissa e svariati altri reati, è detenuto presso la casa circondariale di Palermo “Pagliarelli”.

Tenuto conto che tale circostanza costituisce causa ostativa alla concessione del beneficio i finanzieri hanno proceduto a denunciare F.S. alla Procura della Repubblica di Palermo per le violazioni previste e, contestualmente, hanno sottoposto a sequestro preventivo la “Card reddito di cittadinanza” nonché a segnalare l’indebita percettrice all’Inps per l’irrogazione delle sanzioni amministrative di revoca-decadenza del beneficio e per il recupero coattivo della somma già indebitamente percepita, pari ad 11.897 euro.

Nel secondo caso i militari, dopo una mirata attività info-investigativa che ha riguardato appostamenti e pedinamenti svolti tra Carini e Palermo, hanno accertato che C.M. (classe 73) svolgeva, già dal mese di febbraio, l’attività di autotrasportatore in qualità di dipendente in “nero” per conto della ditta risultata intestata al fratello C.S. (classe 72). Anche in questo caso tale circostanza costituisce causa ostativa alla concessione del beneficio e per tale motivo si è proceduto alla denuncia a piede libero di C.M. ed al contestuale sequestro preventivo della “Card” nonché alla segnalazione all’Inps per le sanzioni amministrative di revoca-decadenza del beneficio e per il recupero coattivo della somma già percepita, pari ad 16.640 euro.

“L’attività di servizio conferma il ruolo di polizia economico-finanziaria affidato al Corpo della Guardia di Finanza – spiegano dal Comando – a contrasto di coloro i quali, accedendo indebitamente a prestazioni assistenziali erogate dallo Stato, sottraggono importanti risorse economiche destinate a favore di persone e famiglie che si trovano effettivamente in condizioni di disagio”.

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