Musumeci blinda la Sicilia: “Siamo in guerra. Qui non entra nessuno”

Giorgio Vaiana

Regione - Emergenza Coronavirus

Musumeci blinda la Sicilia: “Siamo in guerra. Qui non entra nessuno”
Musumeci è intervenuto su Facebook per chiarire la questione degli "sbarchi" di stanotte sullo Stretto di Messina

23 Marzo 2020 - 16:59

Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci è intervenuto su Facebook per chiarire la questione degli “sbarchi” di stanotte sullo Stretto di Messina. “Abbiamo ricevuto parecchie foto e ci siamo allarmati – ha detto il governatore siciliano – Nelle foto lunghe fila di autoveicoli che dalla Calabria attendevano di passare in Sicilia, per approdare a Messina. E naturalmente questo è vietato. Ma la domanda che ci siamo fatti è: perché tante macchine chiedono di passare”?

Lo Stretto, così come previsto dall’ordinanza regionale prima e ora da quella nazionale (che vieta gli spostamenti da regione a regione e da comune a comune), lo possono attraversare solo chi appartiene alle forze ordine, alle forze armate, o è un operatore sanitario (pubblico o privato non fa differenza) e chi è un lavoratore pendolare. “E allora cosa c’entrano centinaia e centinaia di macchine e quindi migliaia di persone in attesa di passare in Sicilia? – si chiede il governatore – Chiaro che si tratta del grande rientro determinato dal triangolo industriale del nord in cui alcuni provvedimenti hanno portato alla chiusura delle fabbriche e degli stabilimenti. Quindi molti lavoratori siciliani hanno pensato di tornare. Ma tutto questo è vietato. Non solo. E’ un danno per chi pensa di arrivare e anche per chi deve ricevere queste persone. Oggi la migliore cura è rimanere nel posto in cui ci si trova”.

Musumeci, dunque, ha chiesto di incentivare i controlli: “Io ho rispetto delle istituzioni e già quattro giorni fa, quando avevo chiesto l’uso dell’esercito, avevo chiesto grande attenzione proprio sullo Stretto. Non è possibile che chiunque arrivi a Villa San Giovanni pensi di poter attraversare lo Stretto e arrivare a Messina. Nessuno deve più entrare in Sicilia. E questa cosa l’ho detta al ministro dell’interno, al presidente Conte, al ministro Boccia. Lo sanno tutti a Roma. Noi siciliani non siamo carne da macello. Non è allarmismo, ma mi piace curarmi in salute”. Poi l’attacco al governo nazionale: “Non è possibile adottare misure dure e restrittive come ha fatto il governo nazionale, e lo ringrazio per i provvedimenti presi, ma poi non ci sono le forze dell’ordine che minacciano e applicano le sanzioni. Per questo ieri sera mi sono seriamente arrabbiato. Ora mi dicono che il traffico nello Stretto si sta normalizzando. Anche perché nel frattempo sono state create due corsie. Una per coloro che hanno diritto ad attraversarlo e una per chi deve fare marcia indietro e tornare da dove è venuto”.

Musumeci non usa mezzi termini: “In questo momento è come se fossimo in guerra – dice – Tutte le misure che abbiamo preso, le abbiamo concordate insieme. Abbiamo solo anticipato alcuni provvedimenti nazionali in presenza di una crescita di contagiati in Sicilia negli ultimi 4 giorni, come la chiusura dei negozi di generi alimentari e supermercati la domenica. Perché in Sicilia il supermercato era diventato non il fine, ma un alibi”.

Il picco dei contagi nell’Isola è atteso per questa settimana: “Ci stiamo preparando – dice Musumeci – Stiamo lavorando all’apertura di nuovi posti in rianimazione, perché quelli che si sono non potrebbero bastare in caso di degenerazione del fenomeno. Stiamo convertendo alcuni reparti e contiamo di avere a disposizione 250/300 posti letto in più. A questi, grazie anche alla collaborazione delle strutture private, stiamo affiancando dei posti letti per chi non ha bisogno della terapia intensiva. Il piano prevede la realizzazione di duemila posti letto. Noi speriamo di non arrivare mai a questi numeri. Inoltre, firmeremo a breve un contratto con alcuni alberghi per permettere ad alcune persone di trascorrere la loro quarantena in totale isolamento dai familiari. Le camere dovrebbero essere circa 150 nel palermitano, 100 nel messinese e oltre 200 nel catanese”.

Sui tamponi, Musumeci spiega che questi vengono fatti “solo in presenza di sintomi“. Per quanto riguarda le mascherine aggiunge: “Siamo ancora in attesa di riceverle – dice – Ne arrivano pochissime. C’è un carico in arrivo da Roma, ma ce ne saranno diecimila. A noi ne servono un milione, perchè tutti quelli che ne hanno bisogno e diritto devono averle. Il ministro Boccia mi ha assicurato che il governo nazionale ha fatto una commessa da cento milioni di euro e dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. Appena arriveranno provvederemo a distribuirle subito”. In chiusura il suo orgoglio siciliano: “La comunità siciliana può dimostrare all’Italia e al mondo di essere presente nel momento di prendersi le proprie responsabilità. In questo momento non serve farci prendere dal panico, ma ognuno deve fare quello che gli è stato chiesto di fare e ne usciremo. E anche bene. Che Dio ci aiuti”.

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