Né mafioso, né prestanome dei boss: i giudici riabilitano il monrealese Paolo Giambruno

Redazione

Cronaca - La sentenza

Né mafioso, né prestanome dei boss: i giudici riabilitano il monrealese Paolo Giambruno
La sentenza dei giudici delle sezione Misure di prevenzione annulla il sequestro dei beni e riabilita il veterinario monrealese

29 Maggio 2019 - 12:12

Non era mafioso, nè prestanome dei boss. L’ex dirigente dell’Asp Paolo Giambruno veterinario monrealese deceduto lo scorso 3 agosto, viene riabilitato dai giudici della sezione Misure di prevenzione che hanno annullato il sequestro di beni ordinato nel 2015 e ordinato la restituzione di conti correnti, immobili e società agli eredi, la moglie Dorotea Careri e i figli Mario e Marcello.

“Non si registrano – spiegano i giudici nella sentenza – particolari contiguità con ambienti mafiosi. Si rammenta che nessuno dei collaboratori di giustizia sentiti ha dichiarato di conoscere Giambruno, men che mai tracce di un possibile contributo all’associazione come tale. Anche sotto questo profilo la proposta si rivela infondata e pertanto va integralmente disattesa”.

Giambruno non era quindi il prestanome del boss di Carini Salvatore Cataldo. Accusa che gli è costata anche l’obbligo di soggiorno. L’ex dirigente dell’Asp, rimosso dall’incarico di capo di dipartimento subito dopo il terremoto giudiziario, si era sempre dichiarato innocente ed ha lottato fino all’ultimo per dimostrare con i fatti le sue parole.

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