Tangenti al Provveditorato opere pubbliche: in manette 4 funzionari

Redazione

Palermo - Palermo

Tangenti al Provveditorato opere pubbliche: in manette 4 funzionari
Le indagini dopo la denuncia di un imprenditore

07 Maggio 2019 - 09:14

Dalle prime luci dell’alba, è in corso una imponente operazione della Polizia, denominata “Cuci e Scuci”, attraverso la quale sono in via di esecuzione numerose misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 14 persone, tra imprenditori e di funzionari della Pubblica Amministrazione. Dovranno rispondere a vario titolo dei reati di corruzione, falso in atti pubblici e truffa aggravata ai danni dello Stato.

I provvedimenti a conclusione di un’indagine, della Squadra Mobile di Palermo, che ha registrato uno stratificato sistema corruttivo, annidatosi nel settore degli appalti per opere pubbliche, finanziati con fondi del Ministero Infrastrutture e Trasporti (MIT) – in particolare per edilizia scolastica – o di altri enti o Ministeri, stanziati per lavori di ordinaria o straordinaria manutenzione di immobili dello Stato, utilizzati per fini istituzionali o di pubblica utilità. I quattro funzionari arrestati sono Carlo Amato, Francesco Barberi, Antonio Casella e Claudio Monte. I quattro alla fine del 2017 erano già finiti nel registro degli indagati. Altri due funzionari sono stati sospesi per un anno.

L’input alle indagini lo ha fornito la coraggiosa denuncia di un imprenditore edile, imbattutosi in una richiesta di tangenti da parte di alcuni dei funzionari pubblici, in servizio presso il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche di Palermo, oggi arrestati, nel corso della ristrutturazione edile di una scuola elementare in provincia. Per la prima volta a Palermo ed una delle prime a livello nazionale, il provvedimento cautelare prevede la misura del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per 1 anno (recentemente introdotta dalla legge “spazzacorrotti”) a carico di 8 imprenditori.

Le indagini hanno carpito la consegna di molteplici tangenti il cui importo corrispondeva all’incirca al 2-3% dell’importo complessivo del finanziamento statale. Il modus illecito adottato consentiva all’imprenditore di recuperare l’importo della tangente, attraverso l’inserimento di voci di spese fittizie o maggiorate nei documenti contabili, predisposti dai funzionari infedeli, restando di fatto a carico dello Stato.

Gli appalti pubblici in questione riguardano 5 Scuole situate nelle province di Palermo, Enna e Catania, un immobile confiscato alla criminalità organizzata e destinato all’arma dei Carabinieri per esigenze alloggiative del personale ed altro immobile a Capaci, destinato alla nuova Stazione dei Carabinieri della cittadina.

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