Tempo pieno nelle scuole di Monreale, continua la polemica: “Almeno ci si provi”

Redazione

Cronaca

Tempo pieno nelle scuole di Monreale, continua la polemica: “Almeno ci si provi”
Non si ferma il botta e risposta tra l'attuale assessore alla pubblica istruzione Potenza e la consigliera Giannetto.

23 Marzo 2019 - 10:42

Riceviamo e pubblichiamo replica del consigliere comunale Rosanna Giannetto all’assessore Serena Potenza sulla questione tempo pieno e tempo prolungato. Sulla vicenda si è scatenato un botta e risposta tra l’attuale assessore e la consigliera. 

“Leggo con stupore la replica un po’ scomposta dell’assessore Potenza. Ciò mi porta, per realismo e onestà, anche intellettuale, a puntualizzare alcuni aspetti forse non chiari all’assessore. Scrivo come docente e consigliere comunale nella sincera speranza di contribuire a far maturare un tema importantissimo per i nostri ragazzi ed il loro futuro. Ritengo che tale argomento, di per se stesso trasversale, debba avere finalmente il diritto di entrare nell’agenda politica della prossima amministrazione che uscirà dalle elezioni. La verità è che l’attuale amministrazione in cinque anni non ha mosso un solo dito per avviare un percorso doveroso quanto necessario ed oggi non sa che cosa raccontare in materia. E non si dica che dipenda dal Miur; è l’amministrazione comunale che deve dichiarare all’Usr (ufficio scuola regionale) la disponibilità ad avviare il tempo pieno, in quali scuole e in che misura facendosi carico dei servizi di propria competenza. Ad oggi non risulta nemmeno un misero tentativo di provare ad attivare il tempo pieno in almeno una sola classe in qualcuno degli istituti monrealesi più pronti e con meno difficoltà oggettive. Purtroppo nessuno si è preso la briga di far sentire la scelta del tempo pieno come una volontà e un chiaro indirizzo di politica scolastica della giunta comunale.

Evidentemente, il tempo pieno non è stato una priorità della giunta Capizzi e, a giudicare dalle parole dell’ultimo assessore, nemmeno lo sarebbe per il futuro. Tutto ciò lo ritengo sbagliato e credo che l’istituzione del tempo pieno a scuola debba diventare una priorità. Noi di Monreale Bene Comune, di concerto con il candidato sindaco Roberto Gambino, siamo pronti a sperimentarne l’attuazione. Chi afferma che sia demagogico e non realistico o non conosce il tema o mente sapendo di mentire. Porto un esempio che può aiutare la comprensione: nella vicina Altofonte, all’istituto comprensivo Armaforte si riesce a soddisfare la richiesta di tempo pieno di circa 80 bambini delle cinque classi della primaria di un’intera sezione. Stessa cosa vale per la scuola materna dove 60 bambini, ossia il 30% del totale, usufruiscono del tempo pieno di 40 ore settimanali e della relativa mensa. Se è fattibile ad Altofonte, come in tantissimi altri comuni siciliani ed italiani, non si capisce perché a Monreale non dovrebbe essere possibile nemmeno per una classe e, comunque, perché non dovrebbero rimuoversi gli ostacoli per la realizzazione. Sono certa che tante famiglie se ne avvarrebbero senza nulla togliere agli altri.

Certo, reperire i locali per i refettori a volte può sembrare difficile, ma se nemmeno ci si prova mai nulla si farà. In diverse scuole non sarebbe uno sforzo titanico e i costi per sistemare i locali per mensa non sono impossibili da sostenere tanto più nelle fasi iniziali quando le classi coinvolte non sarebbero tante. Il servizio, come prevede la legge, anche a Monreale sarebbe su richiesta volontaria delle famiglie e, quindi, non obbligatorio. Qualcuno teme costi impossibili? Per un intero anno scolastico, la mensa per 140 bambini al comune di Altofonte costa circa 7 mila euro al mese, e la quota giornaliera per bambino oscilla da un minimo di 1 euro e 75 centesimi ad un massimo di 2,5 € per i redditi più alti. Ma, ripeto, chi preferisce non avere il tempo pieno non avrebbe alcuna spesa, seppur risibile per un pasto completo che comprende primo, secondo, frutta ed acqua. Tutto ciò determinerebbe anche l’assunzione o il ritorno a casa di circa due insegnanti in più ogni tre classi e il costo sarebbe a totale carico dello Stato. Aggiungo che l’Usr in questi anni è stato molto ben disposto, dovendo colmare un grave divario tra l’offerta di tempo pieno delle scuole siciliane e quelle del resto dell’Italia.

La verità è che la scarsità di risorse economiche non può più essere una scusa per non far niente, un paravento dietro il quale gli esponenti dell’amministrazione troppo spesso si nascondono. Non è vero che servano risorse impossibili da reperire e nemmeno stiamo parlando di progetti irrealizzabili. Chi afferma ciò, quantomeno è affetto da pigrizia. D’altronde, mi chiedo: se non ci fosse la possibilità di discutere e progettare un futuro diverso che senso avrebbe la politica? Anzi, non si decreterebbe la morte di ogni aspirazione al cambiamento? E se non se ne discute adesso, prima che incominci il prossimo anno scolastico quando se ne dovrebbe discutere? Certo, siamo in campagna elettorale, ma di cosa si dovrebbe discutere con i cittadini, di come si diventa assessori di una città senza conoscerla perché nemmeno si è mai stati cittadini della stessa? Il prossimo 28 aprile, i cittadini avranno modo di valutare ed esprimersi sulla serietà di questo e di altri argomenti così come sull’impegno e la storia personale di ogni candidato. Immagino che anche l’assessore Potenza non vorrà sottrarsi ad una candidatura che ne valuti la sua attività e il potenziale impegno futuro. Spero che almeno in questo non ci deluda”.

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