Cronaca

L’inchiesta sul traffico di rifiuti: i nomi degli indagati. C’è anche un monrealese

Secondo gli investigatori tonnellate di rifiuti pericolosi sono stati classificati come normali per agevolare il trasporto lontano dalla Sicilia e lo smaltimento in uno stabilimento in provincia di Mantova che non era autorizzato al trattamento. Nove gli indagati che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini firmato dai pubblici ministeri di Palermo.

Secondo la ricostruzione della Procura e dei carabinieri forestali di Palermo, i rifiuti provenienti da alcuni Comuni della provincia di Palermo, finivano in un impianto a Casteldaccia. Ma i carabinieri hanno trovato altre presunte irregolarità anche in un altro impianto a Cefalà Diana in provincia di Palermo. Qui l’azienda che gestisce l’impianto lavorava insieme all’Ato Alto Belice Ambiente. E così a ricevere l’avviso di garanzia è stato anche in monrealese Roberto Terzo, liquidatore dell’Alto Belice che nel 2011 avrebbe stipulato un contratto di cogestione ritenuto illegittimo perché non previsto dalle autorizzazioni amministrative rilasciate all’azienda che gestisce gli impianti.

I rifiuti sono stati dirottati nello stabilimento di un’impresa di Pomponesco in provincia di Mantova, il cui legale rappresentante è Luigi Frati. Ad occuparsi materialmente dei trasporti sono stati Filippo Laurino Ferrer e Giuseppe Speciale, dipendenti dell’azienda. Completano l’elenco degli indagati Gianfranco Taormina e Piergiorgio Salvatti. Taormina è un consulente finanziario, mentre Salvatti è un commercialista. Entrambi, secondo l’accusa, avrebbero contribuito con note di debito fittizie e cessioni di credito che un’altra impresa evadesse il fisco.

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