Quattro chiacchiere con… Fabio Ganci: “Il Pd di Monreale ormai è morto”

Giorgio Vaiana

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Quattro chiacchiere con… Fabio Ganci: “Il Pd di Monreale ormai è morto”

27 Dicembre 2018 - 15:47

Comincia oggi un mini-ciclo di interviste con alcuni esponenti politici di Monreale che, però, non rivestono nessuna carica in questa amministrazione, né come forza di governo né come forza di opposizione. Obiettivo di queste interviste è fare un po’ il punto della situazione, analizzare il momento storico di Monreale (dal punto di vista politico) e proiettarsi verso le prossime elezioni politiche di maggio 2019.

Fabio Ganci è uno di quelli che di certo non le manda a dire. Sia in pubblico, sia sui social dove è molto attivo. Se una cosa non gli sta a genio, lo dice, e difende quella scelta con unghie e denti. Da sempre attivista politico a Monreale, oggi è un po’ in disparte dalla vita politica monrealese vera e propria. Ma questa cosa, a lui, non sembra pesare. Anche se, precisa nel corso della nostra intervista, “sono iscritto regolarmente al Partito Democratico”.

Non possiamo quindi non cominciare chiedendogli della nomina di Serena Potenza come nuovo assessore al comune: “Non ho nulla contro Serena Potenza – dice Ganci – ma mi pare che questa nomina sia stata molto criticata. La Potenza ha un ruolo nella segreteria provinciale del Partito Democratico, mentre a Monreale il Pd è all’opposizione. E bisogna fare una valutazione. Perché o c’è totale disaccordo tra il Pd provinciale e il Pd locale, oppure, il pd di Monreale non esiste completamente nella geografia dei pesi all’interno del pd democratico. Credo che non ci siano altre spiegazioni”. Il Pd è oggi all’opposizione, “e ha scelto di esserlo – dice Ganci – anche se ha contribuito all’elezione di Piero Capizzi. Ma ad un certo punto non ha più trovato l’intesa ed è passato all’opposizione”. Per Ganci, quindi, la nomina di Serena Potenza, acuisce le differenze che ci sono all’interno del pd locale: “Mi pare chiaro che ci sia una parte del Pd, che fa parte di un certo mondo non insensibile alla formazione che evidentemente con questa nomina sta gettando la maschera e sta creando le basi per una nuova e salda alleanza con Capizzi. Fino ad oggi hanno coperto le carte, ma mi pare assurdo che in una situazione del genere non sia stata fatta una presa di posizione forte contro la segreteria provinciale”.

Ganci non ha perso il suo amore per il Pd: “Il tesseramento del 2017 è stato ritenuto illegittimo e i fatti mi hanno dato ragione – dice – perché non era certificato. Non esiste un vero Pd, esistono delle persone che illegittimamente ricoprono dei ruoli all’interno del pd che è assolutamente lacerato, anche a livello regionale. Io rimango fedele al Pd, alle mie origini. Quello di oggi non è nemmeno la brutta copia di quello di qualche anno fa. Mi sono allontanato da questo partito sperando che al più presto Davide Faraone, il neo-segretario regionale, con cui non ho nulla a che spartire, possa ripristinare le regole democratiche che partano da un tesseramento regolare”.

Poi una stoccata all’assessore alla Formazione Roberto Lagalla: “E’ strano che l’assessore sia un giorno sì e un altro pure sempre vicino a Monreale – dice Ganci – Non vorrei che attorno al mondo della formazione si coagulasse un’alleanza per le prossime amministrative che investirebbe gran parte del mondo della sinistra che va al di là del Pd, compresa l’area Zuccaro e Capizzi ovviamente”. A proposito di Capizzi, come giudica il suo operato? “Non posso che dargli un voto sotto la sufficienza – dice Ganci – Se dovessi tradurlo in numero, direi 6-. Credo che quando un sindaco nomini persone solo perché imposte da terzi e che non hanno una storia né politica né amministrativa né personale che si possa identificare con la storia della città di Monreale, farebbe bene a non candidarsi più. Io desidero un sindaco che faccia gli interessi della nostra città e non che sia sensibile agli interessi politici di altri soggetti”.

Per Ganci, i candidati alle prossime elezioni potrebbero essere 4/5 persone: “Piero Capizzi, due esponenti della destra, uno che viene dal mondo civile e uno dei cinque stelle”, ma, precisa l’avvocato, “ad oggi non c’è un vero candidato – dice – Io, che ho vissuto oltre 20 anni di campagne elettorali, posso affermare con sicurezza che questo, per Monreale, è il vero anno zero, un tutto contro tutti senza precedenti, con una crisi di partiti politici che probabilmente porterà anche il Pd a non riuscire ad avere una propria lista, perché coloro che ad oggi fanno parte del Partito Democratico, stanno già lavorando a progetti di liste civiche. Ed anche questo è intollerabile”.

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