Vicenda Circolo Italia, Burgio scrive alla nostra redazione: “Terrorismo mediatico”

Redazione

Cronaca

Vicenda Circolo Italia, Burgio scrive alla nostra redazione: “Terrorismo mediatico”

26 Novembre 2018 - 18:05

Sulla vicenda del Circolo Italia e del possibile sfratto, ci scrive una mail il presidente del circolo Claudio Burgio che desidera chiarire alcuni aspetti. Anche se in realtà, molti dei vari punti che il presidente sviscera, ci sembrano abbastanza chiari nell’articolo pubblicato sabato. Ma tant’è. Ecco alcune osservazioni. Secondo Burgio la redazione di Monreale Press fa “terrorismo mediatico” “additando – si legge nella mail – il circolo di colpe che non ha, responsabilizzando il circolo di avere contribuito al dissesto nella misura del credito artatamente vantato dal comune senza titolo”. Il comune non starebbe, secondo Burgio, “concedendo altra possibilità al circolo, avendo chiuso a priori ogni iniziativa di soluzione a ragion veduta che la cifra vantata dal comune è di 24 e più mila euro”. Ci ringrazia per aver citato per intero la nota integrale numero 188 a firma del segretario pro tempore del novembre 2013 che rescindeva il contrarto d’uso e non di locazione. “Questa nota – dice Burgio – era disconosciuta da tutti gli attori comunali”.

Poi la questione della valutazione commerciale: secondo Burgio l’amministrazione Di Matteo non ha mai comunicato nulla al circolo, se non la possibilità di rendere disponibile l’immobile per alcune manifestazioni culturali programmate che si svolsero durante il suo mandato. Il giudice ha rigettato, dice Burgio la domanda di sfratto immediato “come si evince dall’ordinanza allegata alla delibera che la Redazione avrebbe potuto approfondire prima di pubblicare l’articolo”. Il circolo ha inviato una proposta in maniera informale al sindaco su suggerimento dello stesso Capizzi, “a cui però non è stata data a tutt’oggi alcuna risposta – dice Burgio – Ritengo che sia inaccettabile quanto scritto nell’articolo che il comune conceda al circolo un’altra possibilità. Mi sembra eccessiva visto che il sindaco sino ad ora non ha mosso un solo dito e quando doveva farlo ha messo l’ipotetico debito nel dissesto finanziario”. Poi la conclusione di Burgio: “Ritengo che il circolo abbia le carte in regola per avere ragione e penso che ci sia accanimento sia da parte del sindaco che della sua giunta e dei funzionari che remano contro. Quanto accaduto sulla mostra del pittore Antonino Leto e sul suo quadro “Il paesaggio” che si trova in mostra al circolo dal 1900, è che è stato fatto ritornare maldestramente al circolo dalla Gam e poi riportato, la dice lunga”.

LA REPLICA DEL DIRETTORE
Dopo un momento di perplessità, ho deciso di pubblicare parte della lettera del presidente del Circolo Italia Claudio Burgio nel nostro giornale. L’ho fatto nonostante le offese gratuite che sia io sia i miei colleghi abbiamo ricevuto. Come al solito quando si scrive di “argomenti sensibili” veniamo accusati di fare “terrorismo mediatico”. Tranquillizzo subito il presidente Burgio: nessuno di noi ha interesse sullo sfratto o meno del Circolo Italia. Per dirla in maniera educata, qualunque sarà l’esito dell’incontro del prossimo 29 gennaio, noi lo racconteremo senza nessuna enfasi né in un senso né nell’altro. Ha ragione Burgio quando dice che forse dovremmo approfondire la vicenda del Circolo Italia: anche a noi pare assurdo che un immobile di proprietà del comune, in piazza Vittorio Emanuele, uno dei luoghi più importanti della cittadina di Monreale venga affittato per pochi spiccioli a fronte di valutazione di 24 mila euro l’anno.

Noi, invece, abbiamo semplicemente raccontato l’avvio della procedura di mediazione da parte del comune, che quindi è un’ultima possibilità che viene concessa al Circolo Italia prima della richiesta di sfratto. E’ sufficiente scaricare la determina pubblicata nell’Albo Pretorio, poi, per leggere tutti i passaggi storici della vicenda che abbiamo riportato fedelmente. Nessuno nel nostro articolo ha sottolineato colpe di questo o quello: è chiaro che Burgio ha il dente avvelenato nei confronti di Capizzi e della sua Giunta. Ma non può di certo prendersela con Monreale Press che, da sempre, ha fatto del racconto moderato e veritiero delle cose un suo cavallo di battaglia.

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