La sfida (quasi) impossibile di Roberto Gambino per Monreale

Raimondo Burgio

Matita di Legno

La sfida (quasi) impossibile di Roberto Gambino per Monreale

01 Luglio 2018 - 12:54

Sono profondamente convinto che spesso il senso delle cose sia fluttuante (qualcuno direbbe resiliente, liquido), ma ogni qualvolta questa categoria di pensiero viene applicata anche all’approccio politico affermando che non esiste Destra e Sinistra rimango molto perplesso. Credo con tanti illustri pensatori che il significato di Destra e Sinistra, invece, sia in continua mutazione e non c’è dubbio che oggi entrambi i termini significano qualcosa di diverso rispetto al passato.

La sinistra non è identificabile con la obsoleta utopia socialista. Come pure per la destra vi sono decise aperture in campo sociale, se affrontiamo un problema sistemico come l’aspetto climatico del pianeta o l’inquinamento, sicuramente siamo oltre ogni schieramento ideologico. Ma dobbiamo stare attenti perché non è tutto così semplice e l’approccio liberista potrebbe non portare sempre agli stessi obiettivi di un possibile metodo progressista.

Una sbandierata e ostentata voglia di superare lo schieramento e il superamento di concetti come “destra” e “sinistra” ha inoltre un difetto di fondo: porta a voler instillare il concetto che, nelle città, nelle regioni, nel paese, ci sia bisogno di un minore apporto politico, temendo che l’ideologia, i partiti, e i governi, siano un ostacolo verso un reale cambiamento e una risoluzione concreta dei problemi.

Invece è chiaro che un modo più Manageriale e metodico di affrontare i problemi sia una giusta via per ottenere dei risultati concreti immediati e di efficienza sino ad ora scarsamente applicata e ottenuta. Dibatto così superficialmente di sistemi così alti perché non posso esimermi dal riflettere a margine della presentazione del Movimento il Mosaico, di cui Roberto Gambino è portavoce e che senza slogan vuole portare avanti un laboratorio politico oltre la definizione di destra e sinistra.

Faccio subito chiarezza perché non ci siano malumori: Plaudo al coraggio, all’idea, alla intraprendenza del gruppo e credo nella validità del laboratorio politico che vuole fare della “cultura del costruttivismo sociale” un luogo di formazione politica per migliorare, ovviamente, la qualità del comune di Monreale. Ma lo slogan c’è. E ce ne sono pure tanti: “No destra e sinistra”, “Costruttivismo sociale”, il “metodo prima del programma”, “vince la città non vince il movimento”e così via. Oggi viviamo però di slogan, di messaggi sempre più brevi, di immagini sfogliate in velocità e cerchiamo di imprimere un logo alle azioni come fanno i blogger e gli influencer da anni sui social.

Ci sono molte contraddizioni e “Gambino il Facilitatore” dovrà spiegarmi un giorno come imbriglierà il protagonismo (legittimo) delle tante anime politicamente diverse. Le differenze, secondo l’ideologia di sinistra, rappresentano una opportunità piuttosto che un limite, ma qui potrebbero essere anche un fattore di fallimento interno. E scusatemi perché queste cose mi rimandano agli sperimentalismi dei moderni Prometeo del Dottor Frankestein.

Sono convinto, che comunque, questa (ad oggi) amorfa compagine potrà strutturarsi secondo gli step che ha annunciato, per iniziare a dialogare con le varie forze in campo, proponendo un’azione di lavoro altra, alternativa e che parte dal basso. Mi dispiace dover registrare che invece il Pd, a livello ufficiale, ancora non abbia parlato del Mosaico di Gambino in preda ad un silenzio strategico asfissiante. Già all’interno della segreteria vengono alcuni malumori e l’avvocato Macchiarella infatti nota come vi sia maggior animosità dentro le chat piuttosto che nelle sedi istituzionali e chiede, come altri esponenti, l’individuazione della linea programmatica e strategica del Partito Democratico.

Non vi sembri strano che poi si parli solo di Mosaico o del Pd, il resto della politica a Monreale si fa come in passato, con promesse, strette di mano, sotterfugi, tradimenti, e consolidando le cerchie familiari, è compito del cittadino comprendere a chi affidare la Governance, consapevole di essere rispettato come membro di una società e di un contesto urbano molto degradato bisognoso di cure immediate.

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