Mafia, i pentiti incastrano i Lo Piccolo: furono i mandanti dell’omicidio Spatola

Redazione

Palermo

Mafia, i pentiti incastrano i Lo Piccolo: furono i mandanti dell’omicidio Spatola

18 Dicembre 2017 - 10:49

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo hanno eseguito un provvedimento restrittivo emesso dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Procura distrettuale Antimafia, nei confronti di Salvatore e Sandro Lo Piccolo e Andrea Adamo. I tre uomini sono ritenuti responsabili dell’omicidio di Bartolomeo Spatola, ucciso il 18 settembre del 2006, in una località tra Montelepre e Giardinello e poi seppellito all’interno di un terreno di Villagrazia di Carini.

La svolta alle indagini l’hanno data le recenti dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonino Pipitone, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Carini, e quelle dell’altro collaboratore Gaspare Pulizzi, che, correlandole ai conseguenti riscontri eseguiti dai militari dell’Arma, hanno consentito di ricostruire il delitto e determinare i ruoli ricoperti dai destinatari del provvedimento restrittivo.

Nello specifico, la decisione era stata adottata dal reggente dell’epoca del mandamento mafioso di Palermo San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo, e dal figlio Sandro, i quali, leggendo il contenuto di intercettazioni sviluppate nell’ambito di passate indagini, ritenevano che Spatola, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Tommaso Natale, li avesse “traditi” e si fosse avvicinato al loro rivale, Antonino Rotolo, reggente del mandamento mafioso di Pagliarelli, nell’ambito di contrasti già esistenti tra le due fazioni e dovuti al rientro dagli Usa dei cosiddetti “scappati”, cioè coloro che avevano perso la “seconda guerra di mafia” e, per avere salva la vita, erano stati costretti ad allontanarsi dalla Sicilia.

La delibera dei Lo Piccolo per l’omicidio ebbe un risvolto ancora più tragico poiché gli esecutori materiali scambiarono Giuseppe D’Angelo per la vittima designata uccidendolo, il 22 agosto 2006, mentre era seduto nei pressi di un fruttivendolo di Tommaso Natale. Per tale omicidio sono stati già condannati, in via definitiva, i collaboratori di giustizia, Gaspare Pulizzi e Francesco Briguglio, nonché gli altri componenti del commando: il neo collaboratore di giustizia, Antonino Pipitone, Gaspare Di Maggio ed i mandanti, Salvatore e Sandro Lo Piccolo.

“La morte dell’incolpevole pensionato – spiegano dal Comando – non serviva comunque a fermare i propositi omicidiari dei Lo Piccolo che rinnovavano la loro sentenza di morte a carico di Spatola, premendo per l’uccisione del presunto traditore”.

La mattina del 18 settembre 2006, la vittima, che versava in precarie condizioni fisiche ed era in cura con l’ossigeno per gravi patologie respiratorie, venne prelevata nei pressi dello svincolo autostradale Capaci – Isola delle Femmine e condotto da Gaspare Pulizzi, a bordo di una motocicletta, nei pressi del cimitero di Capaci in cui vi era Antonino Pipitone che conduceva la vittima a Giardinello, in una casa di campagna abbandonata, dove erano giunti poco prima I Lo Piccolo e Andrea Adamo. La vittima era convinta di partecipare ad un summit di mafia, tanto da aver portato con sé anche alcuni doni (carne di coniglio ed una bottiglia di whisky).

Subito dopo, Sandro Lo Piccolo si allontanava e Andrea Adamo, in presenza di Antonino Pipitone, strangolò con una corda Bartolomeo Spatola, il quale, così come dichiarato da Antonino Pipitone, “non aveva la forza di stare neanche in piedi… era malato, aveva problemi di asma… aveva sempre il fiatone con l’asma… oltre l’età pure…”. Gli indagati dopo l’omicidio, fecero sparire il corpo sotterrandolo in un fondo in Viallagrazia di Carini, i cui resti furono poi rinvenuti nel 2008 grazie alla collaborazione di Gaspare Pulizzi.

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