Centro benessere a “luci rosse”: in manette 31enne cinese

Redazione

Palermo

Centro benessere a “luci rosse”: in manette 31enne cinese

03 Giugno 2017 - 11:12

Una casa a luci rosse camuffata da centro benessere. E’ la scoperta fatta dai poliziotti del commissariato Zisa-Borgo Nuovo. A finire in manette un cittadino cinese di 31 anni Lin Jiadi, figura ritenuta chiave nella gestione del fiorente giro d’affari prodotto dall’attività. A prostituirsi era una connazionale, 50enne.

L’offerta e la consumazione di prestazioni sessuali a pagamento nel contesto di falsi centri benessere orientali è fenomeno non inedito per la realtà palermitana, alla luce dei numerosi recenti casi scoperti dalla Polizia. Le analogie di quanto scoperto in questa circostanza, con i casi precedenti riguardano anche la modalità di pubblicizzazione del servizio offerto, inevitabilmente transitato attraverso Internet. Il sospetto che sullo sfondo della Spa di via Scobar ci fossero delle lanterne “a luci rosse”, i poliziotti lo hanno acquisito dal contenuto del messaggio pubblicitario postato su una nota bacheca online.

E’ bastata qualche ora di appostamento nei pressi dell’edificio indicato sull’annuncio per registrare un andirivieni di uomini che, per numero e tempo di permanenza nei locali, era poco compatibile con l’attività di un centro benessere. I poliziotti, in abiti “civili”, hanno così bussato alla porta e sono stati accolti da un cittadino straniero poi identificato per Jiadi che, ignaro del ruolo degli interlocutori, ha loro chiesto di pazientare prima di entrare nella “stanza benessere”. I poliziotti, dopo esseresi accreditati, hanno avviato una perquisizione che ha chiarito l’inequivocabile natura dei servizi offerti nel locale da una cittadina cinese di 50 anni.

All’interno della consolle gestita da Jiadi, nell’anticamera delle stanze destinate ad accogliere la clientela, sono stati rinvenuti e sequestrati centinaia di profilattici, medicinali per stimolare la sessualità, una decina di telefonini, due personal computer, circa 1000 euro, una rilevante somma di Yuan, valuta cinese, carte di credito e la chiave di accesso al locale, tutto posto sotto sequestro. Anche il locale è stato sottoposto a sequestro probatorio ed indagini sono in corso per accertare la responsabilità penale di altre, eventuali figure, in ordine allo sfruttamento della prostituzione.

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