Racconto del martire dell’immondizia, ovvero colui che getta i sacchetti dopo le 19

Sergio Calderaro

Dal paese di Frodo

Racconto del martire dell’immondizia, ovvero colui che getta i sacchetti dopo le 19

27 Febbraio 2017 - 18:17

Da un dialogo interamente riportato dal professor Talpa. Non si sa se è pezzo teatrale o trascrizione fedele di eventi accaduti. Il confine tra la verità e la finzione in quel paese era sottile al punto da non potersi distinguere l’ una dall’ altra.

Scena: interno casa della periferia del vecchio paese immerso nel freddo invernale e, come al solito, nel buio assoluto. Personaggi: 1) Il nostro eroe; 2) La moglie; 3) Il figlio; 4) Il cane di famiglia.

L’orologio batte le sette di sera. Terrore crescente fino all’ultimo rintocco. Una voce (da un’altra stanza): Allora io vado!
Il figlio: ma papà vero dice? Ancora ci vuole andare? Perché vuole rischiare così? Ti ricordi che l’ altra volta gli si è spenta la luce e per farlo tornare abbiamo dovuto chiamare i soccorsi? E stasera è luna nuova.
La moglie: (con un sospiro): Lo sai com’è tuo padre… (una frase che comprende tutto e il contrario di tutto).
Il figlio: ma perché non fa come gli altri che la buttano a tutte le ore e non necessariamente nel cassonetto.
La moglie: Dice che c’è un’ ordinanza del signor Sindaco che consente di buttarla dalle sette di sera alle cinque dell’ indomani. E meno male che per ora la possiamo buttare chè può capitare che fa un’ ordinanza che per un motivo o per un altro ce la dobbiamo tenere dentro.
Il figlio: ma se il camion passa a mezzanotte tutte le sere, perché la dobbiamo buttare dalle sette di sera alle cinque dell’ indomani che per ora è inverno e fuori è buio pesto?
La madre: Te l’ho detto: lo sai com’è papà…. Piuttosto controlliamo che è tutto a posto se no finisce come l’ altra volta.
Entra il marito abbigliato come una specie di sommozzatore o meglio come un componente delle forze speciali dei marines (Navy Seals). Alla sua apparizione il cane di famiglia scappa intimorito ringhiando da dietro un divano.
La moglie, premurosa, squadrandolo: “Il giubbotto catarifrangente ce l’hai, la luce intermittente posteriore ce l’hai, gli occhiali per visione notturna ce l’hai, casco con la luce d’ emergenza ce l’hai, i guanti e le scarpe di sicurezza ce l’hai, il telefonino predisposto sui numeri d’ emergenza ce l’hai. Credo che sia tutto a posto: puoi andare. Se fra mezzora non sei tornato comunque chiamo come al solito la protezione civile.
Il Padre: State tranquilli è tutto sotto controllo. Ho con me anche il rilevatore di ostacoli che l’ altra volta non avevo. Vi saluto, ci vediamo tra un po’. Esce.
Il Figlio (pensieroso): Eppure mi pare che qualche cosa se l’è scordata.
La madre: Mi.. vero è: si è scordato il sacco con la munnizza. (poi, con un sospiro): Prima o poi se ne accorgerà. Comunque io glielo avevo detto di aspettare la prossima luna piena.

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Un commento a “Racconto del martire dell’immondizia, ovvero colui che getta i sacchetti dopo le 19”

  1. Dario ha detto:

    Come il protagonista della fantastoria anch’io mi preparo giubbetto e lampada led per conferire i rifiuti nel cassonetto ……aggiungo ti deve andare bene che non vieni aggredito cai cani che fanno la guardia alla spazzatura ……..mha non stavano ripristinando le luci …..saranno finite la lampadine Rimane sempre il fatto che da buoni cittadini paghiamo le tasse senza vederne profitti utili per la comunità

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