Mafia, colpo ai clan delle Madonie, 33 arresti

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Mafia, colpo ai clan delle Madonie, 33 arresti
L'operazione condotta dai carabinieri è stata denominata "Black Cat", il sindaco di Cerda Andrea Mendola costretto alle dimissioni perchè non si è voluto piegare ai boss

31 Maggio 2016 - 09:11

Colpo alla mafia madonita. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Palermo su richiesta della locale Procura, nei confronti di 33 persone, accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, nonché dei delitti di estorsione, rapina, furto, illecita detenzione di armi, intestazione fittizia di beni e trasferimento fraudolento di valori aggravati dal metodo mafioso. Sono scattati i sigilli, per sequestro preventivo, anche a diverse imprese riconducibili ai sodalizi mafiosi.

L’operazione, denominata “Black Cat”, è frutto delle indagini sviluppate dalla compagnia di Termini Imerese. Colpiti i mandamenti di Trabia e San Mauro Castelverde. Gli inquirenti hanno ricostruito “gli assetti di vertice delle famiglie e le interlocuzioni con gli esponenti apicali di quelle limitrofe. Sono stati, inoltre, documentati numerosi reati fine espressione della capacità di intimidazione e controllo del territorio delle compagini mafiose oggetto di indagine”.

L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Leo Agueci e dei sostituti Sergio Demontis, Siro De Flammineis, Bruno Brucoli ed Ennio Petrigni. Sono stati accertati quattro episodi di estorsione. Nel mirino della mafia: un imprenditore che stava realizzando alcune villette in contrada Sant’Onofrio di Trabia, la ditta impegnata nei lavori di costruzione di una scuola a Termini Imerese e quella che sta ristrutturando l’ex cinema Trinacria di Polizzi Generosa, infine l’impresa che si è aggiudicato l’appalto per ristrutturare l’Ex carcere di Castelbuono. Quando le vittime si ribellavano, scattava la rappresaglia, come nel maggio 2012, in contrada “Granza” di Sclafani Bagni, quando vennero incendiati i mezzi dell’azienda di proprietà di due imprenditori agricoli.

Dalle indagini è emerso che anche le amministrazioni comunali erano nel mirino. A Cerda, il 30 ottobre 2012 furono incendiate le autovetture dell’allora sindaco Andrea Mendola “colpevole” di non avere agevolato gli interessi e l’attività dei boss mafiosi. Poco dopo il primo cittadino ha lasciato l’incarico.

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