Monreale, muore per cause di lavoro, risarcimento alla famiglia dopo vent'anni

Redazione

Cronaca

Monreale, muore per cause di lavoro, risarcimento alla famiglia dopo vent'anni
L'operatore sanitario era morto in seguito a contatto con sangue infetto da epatite

18 Gennaio 2016 - 00:00

Storica sentenza del Tribunale di Palermo, sezione lavoro, in materia di risarcimento danni in favore degli operatori sanitari venuti a contatto con sangue infetto. Il Tribunale, infatti, ha condannato il Ministero della Salute con sentenza del 19 Novembre 2015 e riconosciuto il diritto di due cittadine monrealesi, assistite e difese dallo studio legale Ganci – Miceli, ad un indennizzo di oltre 70 mila euro, nella qualità di coniuge e figlia di un operatore sanitario deceduto in seguito a contatto con sangue infetto da epatite. Il riconoscimento è avvenuto nonostante fossero passati quasi vent’anni dal decesso, avvenuto nel 1996. L’organo giudicante, infatti, ha dato ragione alle tesi degli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, coadiuvati dalla preziosa collaborazione dell’avvocato Giuseppe Innaimi. Traendo spunto da una sentenza della Corte Costituzionale, che ha equiparato la situazione degli operatori sanitari che in conseguenza del servizio avessero contratto il virus dell’Hiv, e quella degli operatori sanitari che, in conseguenza del servizio prestato, avessero contratto il virus Hcv, hanno affermato che il diritto al risarcimento non poteva dirsi prescritto, anche se l’evento morte si era verificato nel 1996, in quanto il termine decennale doveva decorrere dal 2002, anno di pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale, e non dal 1996, come da giurisprudenza sino ad oggi pacifica. Una tesi innovativa, da cui è scaturita una pronuncia senza precedenti. Ovviamente soddisfatti i legali monrealesi: “questa storica sentenza, unica in Italia – ha detto l'avvocato Fabio Ganci – rende giustizia alle nostre assistite monrealesi, riconoscendo il loro diritto, dopo anni di sofferta contesa giudiziaria, ad essere indennizzate per la scomparsa del proprio caro, dovuta ad un infortunio occorso nell’esercizio della professione. Il Giudice ha accolto la nostra tesi difensiva, basata su una originale e innovativa lettura costituzionalmente, alla luce dei principi di ragionevolezza, uguaglianza e solidarietà pilastri del nostro ordinamento. Voglio condividere la soddisfazione di questo risultato con il mio collega e amico l'avvocato Walter Miceli, che ha profuso tantissime energie in questa causa, e con il nostro collaboratore l'avvocato Giuseppe Innaimi, per il suo straordinario lavoro di ricerca. Monreale- ha concluso – ancora una volta, è stata culla del diritto”.

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