Mafia, confiscati beni alla sorella del latitante Matteo Messina Denaro

Redazione

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Mafia, confiscati beni alla sorella del latitante Matteo Messina Denaro
Alla donna è stata applicata anche la sorveglianza speciale

18 Gennaio 2016 - 00:00

La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha confiscato alcuni terreni, per un valore di 70.000 euro, a Anna Patrizia Messina Denaro, 45enne, detenuta, sorella del più noto Matteo, capomafia latitante. La donna, arrestata dalla Dia nel dicembre 2013, nel corso dell’operazione congiunta denominata “Eden”, è stata condannata, in primo grado, dal Tribunale di Marsala, a 13 anni di reclusione, perché ritenuta responsabile in concorso, di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata ai danni di Rosetta Campagna, una delle eredi di Caterina Bonagiuso, madrina di battesimo della Messina Denaro. La sorella del latitante, come si rileva dal provvedimento, “svolgeva un ruolo di raccordo con il fratello per scambi d’informazioni e per il coordinamento delle risorse economiche; ruolo fondamentale per assicurare l’assoluta segretezza, consentendo al congiunto di sottrarsi alla cattura ed alla consorteria di reperire fonti di finanziamento”. Le indagini complesse ed articolate, delegate e coordinate dalla Procura Distrettuale di Palermo, d’intesa con il Procuratore Aggiunto Bernardo Petralia, coordinatore del “Gruppo Misure di Prevenzione”, sono state condotte da personale della Dia trapanese. L’esito delle stesse è convogliato nelle proposte avanzate dall’Autorità Giudiziaria per l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale e personale nei confronti della Messina Denaro. Il provvedimento di confisca del Tribunale – Misure di Prevenzione di Trapani, Presidente Piero Grillo, “è stato emesso nella formula per equivalente, come previsto dall’art.25 del Codice Antimafia, – spiegano gli inquirenti – a compensazione della somma pari a 70.000 euro, provento derivante da accertata estorsione e non più rinvenuto nella sua disponibilità. In particolare – continuano -, la Messina Denaro ha distratto l’illecito provento, al fine di eludere un eventuale provvedimento di sequestro o confisca, utilizzandolo per la sottoscrizione e successiva estinzione di una polizza pari a 30.000 euro. La confisca – concludono gli inquirenti – ha riguardato dei fondi di contrada Zangara, nelle campagne di Castelvetrano, ricevuti dalla donna in donazione qualche anno addietro”.  Con lo stesso Decreto è stata disposta nei confronti della donna la Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza che, tenuto conto del grado di pericolosità, è stata determinata per la durata di quattro anni, con obbligo di soggiorno.

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