I cittadini chiedono, amministrazioni rispondono…forse

Redazione

Cronaca

I cittadini chiedono, amministrazioni rispondono…forse
Il Comitato Pioppo Comune chiede accesso agli atti sulla gestione dei rifiuti, il comune fa finta di niente

18 Gennaio 2016 - 00:00

E' quanto successo al Comitato Pioppo Comune dopo aver fatto richiesta di "accesso ai documenti relativi al ciclo di gestione dei rifiuti". Partiamo dall'inizio. E' il 27 agosto, il Comitato protocolla la richiesta al Comune. Richiesta, che non contiene errori ed è motivata ("dopo disservizi nella raccolta dei rifiuti, dei beni durevoli in particolare e di monitoraggi di alcune discariche a cielo aperto presenti sul territorio" – si legge nella lettera protocollata). Qui entra in gioco la legge, nello specifico la 241 del 1990, che regolamenta l'accesso agli atti amministrativi. Tutti i cittadini italiani possono fare richiesta di accesso e richiesta di avere copia di documenti e atti amministrativi, escluso (e non ci sembra questo il caso ndr) quelli protetti da segreto di Stato (articolo 12 della legge 24 ottobre 1977 numero 801), l'amministrazione ha un massimo di trenta giorni per rispondere, passati i quali la richiesta è da considerarsi rifiutata. E qui c'è un'altra violazione da parte dell'amministrazione, infatti l'eventuale rifiuto va motivato e ciò non è avvenuto. Un atteggiamento ritenuto inaccettabile da parte del Comitato che nel ripercorrere l’iter, denuncia una mancanza di partecipazione e di trasparenza da parte dell’amministrazione, per la non presa in considerazione della richiesta. Sono infatti passati altri trenta giorni (sessanta dalla prima), siamo al 27 ottobre e il Comitato presenta un'altra richiesta, invitando "nuovamente ad adempiere a quanto previsto da una legge dello stato Italiano al fine di tutelare il diritto all'informazione dei cittadini ma sopratutto il diritto alla verità che è il prerequisito per una società migliore" – si legge ancora nella lettera. Inizialmente qualcuno, aveva supposto che la mancata risposta fosse a causa della presenza di interrogazioni non dovute, o almeno non consone contenute nella richiesta presentata. E questo è da escludersi per i motivi che abbiamo elencato sopra. Dall’amministrazione però arriva una risposta ufficiosa (in ritardo anche questa). Il sindaco Piero Capizzi "rasserena" gli animi dicendo che è stato solo un ritardo burocratico (burocratico? ndr) e che la richiesta si trova al vaglio della segretaria comunale che sta valutando, cosa e come renderla accessibile. Resta il fatto che comunque sono trascorsi oltre 60 giorni dalla richiesta e, che per legge invece, dovrebbero passarne al massimo 30. Quindi non resta che attendere, noi ci abbiamo provato, ma in fondo si sa che Monreale è un comune altamente “tollerante”.

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