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Monreale, il miracolo “delle fette di prosciutto”: così chi governa è diventato di nuovo “cieco”

Il nostro lettore ed amico Sergio Calderaro, ha riscosso un notevole successo per i suoi scritti. E per questo gli abbiamo chiesto di non fermarsi. E di raccontare ancora le leggende che “avvolgono” Monreale ed il suo comprensorio. Ecco il suo nuovo lavoro.

“Il professore Talpa mi passa un altro scritto tratto dal libro delle parabole di cui già vi avevo parlato (leggi questo articolo).

Premetto, per maggiore chiarezza che ancora non è molto definito il significato di questa parola (elezioni) in quanto, come sapete, pare che fosse una strana usanza che periodicamente impegnava un certo numero di persone che cercava in ogni modo di convincere un più cospicuo numero di persone della bontà delle loro proposte. La fase successiva allo strano rituale, che durava anche diversi anni, era riconvincere le stesse persone che in realtà nulla si poteva fare di quello che si era promesso o pensato di fare. Comunque lascio la parola allo scritto del  Professore con la precisazione che riferimenti a persone o luoghi o circostanze non sono affatto casuali, ma appartengono ormai alla sfera del passato.

“In quegli anni ( gli anni bui del vecchio sventurato paese) strani fatti accadevano. È questo il caso che chiameremo del “ Miracolo dei fulminati sulla via di Damasco “ altrimenti chiamato in maniera più prosaica “quello delle fette di prosciutto”. In quegli anni, si sa, le cose non andavano benissimo, anzi direi che andavano decisamente molto male o non andavano affatto. Le cose e gli affari della cittadina, non governati, semplicemente decidevano di andare nella direzione naturale della massima entropia ovvero del massimo disordine (e questo era il caso meno preoccupante), ma in più, contraddicendo anche le leggi della fisica elementare, c’era chi si prodigava riversando energie e risorse per agevolare e accelerare la corsa nella direzione del massimo disordine. Si verificava allora uno strano fenomeno che sembrava coinvolgere moltissime persone. Alcune, che facevano parte di una vecchia amministrazione, a distanza di qualche mese o anno da quando avevano rivestito un qualche ruolo di responsabilità nella gestione del potere, all’improvviso erano soggette al fenomeno di improvvisa riacutizzazione della vista. Non che prima non ci vedessero, ma ora la loro capacità di accorgersi delle cose che non andavano sembrava acuirsi oltremisura. Ed ecco allora un consigliere con vista acutissima accorgersi di quattro cuccioli abbandonati vicino ad un cassonetto dell’immondizia, un altro notava per la prima volta una frana pluriennale che un tempo sarebbe stata di sua competenza; un altro (ex altissimo vertice della cittadina) che quasi quotidianamente si accorgeva che l’autobus non arrivava più da un pezzo, che le fontane di cui il paese andava fiero erano completamente abbandonate, che le casse del Comune erano già nel più completo disastro, che le spese e la macchina amministrativa del Comune sembrava essere andata a fondo da pochi minuti e non da molti anni  Altri, poi, si accorgevano, all’improvviso, che alcune delibere da loro stessi proposte e per le quali si erano strenuamente battuti non si sarebbero mai dovute approvare perché illegittime, altri ancora si accorgevano, sempre all’improvviso ed a distanza di mesi o di qualche anno che qualcosa del regolamento dell’immondizia sembrava non funzionasse bene, eccetera eccetera…

Era insomma una sorta di epidemia in cui quelli che in passato avevano perso la vista improvvisamente si ritrovavano con una vista acutissima ed in grado di scorgere cose che prima non era possibile vedere. In poche parole “le fette di prosciutto” che avevano avvolto i loro occhi si erano come di colpo dileguate. Purtroppo però le stesse fette di prosciutto si erano nel frattempo miracolosamente spostate sugli occhi di chi ora comandava col risultato che comunque i problemi della cittadina sembravano essere scomparsi agli occhi di quelli che prima ci vedevano. Così chi poteva decidere non poteva perché aveva il prosciutto sugli occhi e chi era stato liberato miracolosamente da tale malanno non poteva decidere perché non ne aveva il potere. C’era però un’altra ulteriore complicazione: a volte le fette di prosciutto sugli occhi non abbandonavano mai alcuni soggetti che erano destinati, all’opposizione o al governo, a rimanere sempre e comunque affetti dalla strana malattia. Poteva sembrare questo il guaio peggiore, in realtà però consentiva a chi ne era afflitto di vivere pacificamente e in tranquillità i suoi giorni con buona pace dei suoi concittadini”.

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